Il vero falso profeta

Guy Verhofstadt

“Falso profeta” è l’accusa che Guy Verhofstadt, leader nell’Europarlamento del gruppo dei Liberal Democratici, rivolse ad Alexis Tsipras nel lontano 2015. All’epoca il Belga, accusò il neo-premier Greco, con soddisfazione di molti, compresa la mia, di essere un ciarlatano. Quest’ultimo minacciava di rovesciare l’UE in quanto colpevole di un Austerity mortale ma in realtà non avrebbe saputo o potuto fare niente di quel che si proponeva per combatterla. E’ andata esattamente così e sto ancora godendo per la figura misera rimediata dal Greco. Tuttavia, il nostro amico delle Fiandre non è esentabile da critiche, anzi. La stessa accusa di falso profeta che rivolse a Tsipras si può oggi rivolgere a lui stesso.

Perché?

Verhofstadt nasce liberale e liberista (qui l’articolo di oggi del sole 24 ore e qui la pagina Wikipedia) ma col tempo, a modesto parere di chi scrive, si dimentica dei principi di base del liberalismo che personalmente riassumo così:

  1. Ricerca costante della massima libertà per l’individuo, compatibilmente col rispetto della libertà altrui. Un individuo penserà sempre alla ricerca del meglio per se stesso e in moltissimi casi sarà in grado di provvedere da solo ai propri bisogni.
  2. Minor intromissione possibile dello stato o di enti assimilabili ad esso nella vita delle persone. Lo stato è (un male) necessario, come dicono alcuni filosofi liberali, bisogna cercare di non farlo diventare mai più grande dell’indispensabile.
  3. In conseguenza dei punti 1 e 2, la religione, le tradizioni e la cultura di un individuo devono essere sempre rispettate, fin quando per motivi acclarati e non interpretabili non diventino motivo di oppressione per altri individui o gruppi di individui.

Liberale a parole

Perché dunque Verhofstadt ha tradito questi principi? E’ presto detto. Questo signore Belga fa parte, anzi, è il leader del gruppo dei “Liberal Democratici”, gruppo rilevante del Parlamento Europeo che si definisce appunto “liberale”. E’ auspicabile dunque che un gruppo del genere si prodighi e cerchi di portare avanti per quanto possibile, provvedimenti e battaglie ascrivibili a questa filosofia politica.

Ciò in questi anni non è avvenuto e quando si è visto qualcosa i provvedimenti sono stati incompleti e marginali. Sono pochi i provvedimenti su cui si può effettivamente dire che l’Unione Europea abbia davvero fatto qualcosa di liberale. Mi viene in mente solo l’abolizione del roaming Europeo, anch’esso purtroppo ancora parziale. Anche perché gli operatori non consentono attualmente di utilizzare il 100% dei pacchetti d’offerta anche all’esterno ma solo una parte. Sorvolo sulla direttiva Bolkestein che merita un post a parte ma che rappresenta anch’esso la montagna che ha partorito un topolino.

L’Enorme UE

Il gruppo dei Liberal Democratici, anche noto come ALDE, è stato sempre collaborativo e connivente con la gestione congiunta di questi ultimi 25 anni da parte dell’asse PPE-PSE. Il risultato di questi anni di “possesso” delle istituzioni Europee da parte di questi 2 gruppi è stato un allontanamento progressivo dell’Unione dal progetto originale del manifesto di Ventotene, finendo col diventare un istituzione prevalentemente odiata o comunque guardata con sospetto.

La causa di tutto questo è la dimensione abnorme e tentacolare che questa unione ha ormai raggiunto. Nel manifesto di Ventotene si parlava di federalismo e rispetto dei popoli, mentre l’UE di oggi altro non è che un “Super Stato” inteso appunto come gigantesco a livello amministrativo e burocratico e che costa ovviamente parecchio in termini economici.

Se guardiamo ai compiti fondamentali di uno stato da un punto di vista liberale – sicurezza interna, difesa da minacce esterne e risoluzione delle controversie – emerge un quadro desolante. Nessuno di questi 3 compiti principali viene realizzato con successo. In particolare, ed è facile farne un esempio, la questione migranti è esattamente il ritratto dell’UE di oggi. Un fenomeno che impatta l’intero continente e su cui si è consumata l’isteria dei dirigenti dell’Unione, la cui miopia ha mostrato a 450 milioni di persone l’assoluta inadeguatezza sia degli uomini che delle istituzioni attuali.

Le colpe dei LibDem

In poche parole, ne la commissione, ne l’Europarlamento, ne il Consiglio Europeo hanno saputo mediare, proporre soluzioni, impostare una rotta comune per far uscire dall’empasse il Continente. Il risultato è quello che era facile da prevedere. I 2 paesi più forti hanno iniziato, loro si per davvero, a fare per conto loro. Ed ecco che la Francia ci respinge i migranti al confine di Ventimiglia e la Germania dopo aver sciaguratamente spalancato la porta nel 2015, la richiude, rischiando di ingolfare i Balcani e autopuntandosi addosso la pistola di Erdogan che da sciacallo quale è se ne è approfittato. Ben 6 miliardi dei contribuenti Europei sono finiti nelle tasche dei Turchi, al solo scopo di tenere altre centinaia di migliaia di persone lontane da casa nostra e lontane dal cuore dall’Europa, un cuore che non potrebbe reggere ancora.

Dov’è stata l’azione dei LibDem in tutto questo? E Verhofstadt in particolare, cosa ha fatto per evitare tutto questo? Nulla. Dunque con quale faccia può, il nostro amico Belga, venire a darci lezioni di onestà intellettuale? Conte sarà anche un premier depotenziato da un accordo di governo in cui i contraenti sono i 2 Vicepremier, ma è comunque un fatto noto che egli sia un intermediario. Tra l’altro, le 2 forze di maggioranza non lo hanno, di fatto, mai nascosto.

Dulcis in fundo: ricordiamoci sempre che quest’uomo è lo stesso che stava per ammettere il Movimento 5 Stelle nell’ALDE al solo scopo di trovare voti per venire eletto presidente del Parlamento Europeo. Fossimo in Italia la giudicheremmo una manovra da Democristiani, considerando quando possa essere aderente il Movimento ai principi del Liberalismo.

Caro Guy, prossima volta pensaci prima di fare sparate teatrali per le quali non hai titolo!

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