Panama Papers

Sta destando scalpore lo scandalo chiamato “Panama Papers”, un elenco di persone di tutto il mondo che avrebbero evaso le tasse grazie ade uno studio legale del paese centro Americano.

Panama City skyline

Panama City, capitale dello stato centroamericano.

Vi dirò la verità, anche in questo caso sono abbastanza disilluso sulla questione. Da diverso tempo infatti sono convinto che il problema non sia tanto l’evasore ma il paese dal quale si evade. Se lo si fa è perché si pagano troppe tasse e di conseguenza si cerca una scappatoia, un cavillo legale, un appiglio per eludere le imposte.

Ovviamente non intendo dire che tutti gli evasori siano delle vittime, ci mancherebbe. Non mancano sicuramente gli evasori “seriali”, quelli che lo farebbero anche se le imposte fossero solo al 3% e sicuramente evadere è comunque e in ogni caso un fatto grave. Ma penso anche che al fenomeno si debba rispondere in modo intelligente e finalmente diverso rispetto al passato. Non solo con la repressione dei trasgressori ma con un cambiamento generalizzato e totale del sistema fiscale.

Un giusto prelievo

Il sistema, se fosse equo, non dovrebbe chiedere più di un 30/33% di imposte sul PIL complessivo di una nazione. E ovviamente se possibile anche meno, consideriamo che negli anni 70, in Italia, la pressione fiscale era il 25% del PIL, quindi si potrebbe tranquillamente fare. Senza contare che ci sono casi anche più favorevoli. Ma soprattutto il fisco dovrebbe essere semplice e premiare la produttività. Dovrebbe essere un po’ più pesante su rendite finanziarie e immobiliari e più basso su imprese e lavoratori. E naturalmente, in entrambi i casi, le aliquote dovrebbero essere basse.

Tanto per fare un esempio, non mi starebbe bene un’aliquota sulle imprese al 15% e una sulle rendite al 40% e naturalmente non mi starebbe bene neanche il contrario. Esiste un equilibrio che consente al sistema di funzionare bene e di portare ricchezza ad un paese. E’ quell’equilibrio che un governo Liberale o Conservatore deve cercare.

Arrivare alla Flat Tax

Ted Cruz. TrustTED!

Ted Cruz. Senatore del Texas, beniamino dei Tea Party e candidato alle primarie del Partito Repubblicano per le elezioni Presidenziali. E’ un acceso sostenitore della Flat Tax e dell’abolizione dell’IRS, la Equitalia Americana.

Negli ultimi tempi sento inoltre spesso parlare di “Flat Tax”, cioè un aliquota unica cui applicare soltanto delle detrazioni di base. Di solito quando la Flat Tax si applica al reddito personale o familiare le detrazioni previste sono quelle per i figli a carico. L’idea mi piace, personalmente la vedrei bene qui in Italia: sarebbe la giusta ricompensa dopo decenni di spesa pubblica folle e pressione fiscale astronomica.

E qui viene il tasto dolente. Costruire un sistema fiscale equo, conveniente e magari generoso è possibile. Ma per farlo si deve avere il coraggio di mettere pesantemente mano alla spesa pubblica. Qui in Italia siamo dei campioni di spreco. Dal 1980 al 1992 il debito pubblico è quintuplicato (dal 25% al 125% del PIL) e oggi siamo al massimo storico di sempre, 133%. La spesa pubblica è tra le più alte al mondo, sia in termini assoluti, sia in proporzione al PIL. Il livello di inefficienza è altissimo, nonostante la quantità di soldi bruciata.

Il coraggio di ridiscutere tutto

Il quadro quindi è desolante, talmente tanto da produrre addirittura fenomeni come l’evasione di sopravvivenza, gente che deve scegliere se tenere i soldi per vivere o pagare le tasse. La verità è che l’Italia, a livello burocratico, statale, fiscale, in generale amministrativo, è da rifare da capo. Si farebbe prima a costruire uno stato da zero che tentare di riformare le attuali istituzioni.

Naturalmente mi riferisco all’approccio che a mio modesto parere bisognerebbe seguire perché se ci pensate bene, negli ultimi 25 anni, per un motivo o un altro, nessun tentativo di riforma è riuscito a produrre miglioramenti tangibili. Anzi. Per molti aspetti la situazione è addirittura peggiorata, anche perché spesso i provvedimenti in questione sono stati trasformati in (o era già) bandiere di partito e campi di battaglia per combattere il nemico politico di turno e parlo sia di schieramenti, sia di singoli gruppi parlamentari.

L’inadeguatezza della politica

A completare il quadro, già agghiacciante, c’è l’attuale e totale inadeguatezza di tutte le forze politiche attualmente in campo, compresa la forza politica più giovane presente in Parlamento, il M5S la cui proposta di reddito di cittadinanza è esattamente antitetica al concetto di liberalismo e/o liberismo economico.
Nessuna di queste forze rappresenta una vera inversione di tendenza rispetto alla mentalità generale di questo paese. Non esiste attualmente un partito che sia autenticamente Liberale, magari Conservatore, che possa attuare un cambiamento fiscale verso un sistema simile a quello degli Stati Uniti.

Comunque la speranza è l’ultima a morire.

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