Tasse, la costante dei burocrati

E’ notizia di oggi che l’Unione Europea ha inflitto una pesantissima “multa”, che poi multa non è, alla Apple, la mitica società di Tim Cook fondata negli anni 70 da Steve Jobs, colpevole di aver fatto pagare troppe poche tasse alla Apple dal 2007 ad oggi.

Molti i tweet di giubilo per questa notizia ma in tutta onestà non concordo, anzi. Sebbene non sia particolarmente contento che Apple paghi così poco, è altrettanto vero che questo caso genera come minimo qualche perplessità.

3 domande

  1. Innanzitutto non capisco come si possa fare a definire un certo livello di tassazione un “aiuto di stato”, espressione che in realtà dovrebbe corrispondere ad incentivi, prestiti ad hoc, o regole palesemente fatte apposta per un’azienda specifica. Nel caso attuale invece non si tratterebbe di nessuna di queste situazioni, bensì Apple si sarebbe semplicemente avvantaggiata di norme varate quasi 20 anni fa per favorire l’innovazione in generale e gli investimenti delle multinazionali Hi-Tech in Irlanda.
  2. Chi decide qual’è un livello di tassazione accettabile? La Vestager? La UE? Non credo proprio. La Vestager è solo un “Commissario”, la UE non ha autonomia impositiva, cioè non può effettuare direttamente una tassazione. Dunque chi stabilisce regole di questo tipo? Gli stati nazionali. E fintanto che la situazione rimarrà questa la UE dovrebbe guardarsi bene da sparare affermazioni e multe come quelle annunciate dalla signora.
  3. E’ lecito che la UE si metta ad impicciarsi fino a questo punto della tassazione degli stati? L’Irlanda ha infatti presentato ricorso, proprio perché si tratta di fatto di una intromissione in questioni che non riguardano la UE, non finché l’unione non si doterà di una costituzione e di leggi fiscali che diano un ordinamento chiaro a tutta l’Europa.

Insomma, siamo di fronte all’ennesimo abuso dell’UE. Non paghi dei danni fatti fino ad oggi e incuranti di tutti i segnali di disgregazione dell’Unione, Brexit in primis, si continua a danneggiare chi produce e crea ricchezza.

Panama Papers

Sta destando scalpore lo scandalo chiamato “Panama Papers”, un elenco di persone di tutto il mondo che avrebbero evaso le tasse grazie ade uno studio legale del paese centro Americano.

Panama City skyline

Panama City, capitale dello stato centroamericano.

Vi dirò la verità, anche in questo caso sono abbastanza disilluso sulla questione. Da diverso tempo infatti sono convinto che il problema non sia tanto l’evasore ma il paese dal quale si evade. Se lo si fa è perché si pagano troppe tasse e di conseguenza si cerca una scappatoia, un cavillo legale, un appiglio per eludere le imposte.

Ovviamente non intendo dire che tutti gli evasori siano delle vittime, ci mancherebbe. Non mancano sicuramente gli evasori “seriali”, quelli che lo farebbero anche se le imposte fossero solo al 3% e sicuramente evadere è comunque e in ogni caso un fatto grave. Ma penso anche che al fenomeno si debba rispondere in modo intelligente e finalmente diverso rispetto al passato. Non solo con la repressione dei trasgressori ma con un cambiamento generalizzato e totale del sistema fiscale.

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Governabilità: corruzione e leggi dello stato

Non accade di rado che con questa parola si parli dei problemi dell’Italia. Governare un paese è sempre un compito difficile, per qualunque governo, con qualunque maggioranza e qualunque sia il tipo e la varietà dei parlamentari e degli uomini di governo.

La troppa burocrazia è ormai una certezza

3 poltrone. Destra, Centro e Sinistra.

Poltrone della “Prima Repubblica”. Reperto d’epoca! Simbolo di un’Italia che volevamo superare e che invece è diventata peggio di quello che era.

Oggi è stata pubblicata su tutti i media l’ennesima notizia di probabile corruzione e conflitto di interesse. Niente che mi stuzzichi, sarò sincero: ormai purtroppo è abitudine. Ma mi è capitato spesso di parlare di queste cose con amici, colleghi, familiari, mettendo sul tavolo punti di vista anche diversi. Ci ritroviamo tutti d’accordo sulla necessità di leggi più severe, della loro stessa applicazione (spesso disattesa), della mancanza di senso civico… Eppure si parla poco in pubblico di un principio semplice, tanto semplice quanto facile da capire. In Italia abbiamo una delle Pubbliche Amministrazioni più inefficienti d’Europa. Abbiamo così tante leggi e regolamenti che gli uffici pubblici sono diventate delle cattedrali delle scartoffie.

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