Allucinante politica

Allucinante. Sostenitori del PD e militanti di sinistra che raccolgono le energie per “sostenere” sta tizia che crede di essere sopra al diritto internazionale e alle leggi italiane. Le leggi che regolano l’accesso al nostro paese e che sono adesso definite ingiuste e disumane perchè non consentono il trasferimento arbitrario di centinaia di migliaia di clandestini (ben nutriti, riforniti di ipod e smartphone, perfino palestrati in alcuni casi) se non milioni nel nostro paese, allo scopo ormai chiaro di mettere in minoranza gli elettori che non la pensano come loro (le questioni cittadinanza e ius soli non sono casuali).

Poco più che dettagli no?

Le leggi vengono quindi moralmente calpestate da questi individui che arbitrariamente decidono che si possono violare, in barba al principio base di una qualunque comunità civile, ovvero che le regole si rispettano. Ma qua non si parla di peccati veniali o di reale stato di necessità. Si parla di lotta politica bella e buona e per portarla avanti si piega ogni cosa, perfino i principi di fondo del convivere civilmente tra di noi.
Carola deve essere libera perchè va contro Salvini e contro l’interesse politico del paese. Ecco il vero motivo di tutta questa panna montata. Allucinante.

È inconcepibile fare politica in questo modo. Ma d’altra parte non dovete rimanere sorpresi. Si tratta delle stesse persone che per 20 anni hanno dipinto Berlusconi come un mostro, mentre ci rifilavano la loro superiorità morale in quanto elettori, eletti e militanti di una coalizione di persone oneste e perbene, mentre invece, alle spalle di tutti, in Europa, si mettevano le basi per il declino economico, politico e culturale del nostro paese e a livello nazionale e locale, in tutta Italia, si andava avanti con clientele, spesa pubblica facile, tasse, regolamenti, sistemazione degli amici e degli amici degli amici e nei casi peggiori fioccava la corruzione, lo spreco e lo sperpero di denaro pubblico. Guardate tutt’ora quante amministrazioni di sinistra sono cadute, stanno cadendo o sono sotto osservazione per affari poco chiari. Allucinante.

Una scelta chiara e convinta

Sono vicende come queste che mi fanno riflettere e mi fanno ricordare perchè ho scelto di stare nel Centrodestra. Perchè con tutti i limiti, i difetti, l’inadeguatezza che può aver mostrato e purtroppo mostra ancora oggi, riguardo indietro e vedo che sulle grandi questioni questo schieramento c’aveva sempre preso. Ricordatevi dei dubbi sulla moneta unica già negli anni 90. Ricordatevi del folle cambio Euro-Lira deciso con l’assenso del governo Prodi 1. Ricordatevi di quando qualcuno provò (e riuscì) a costruire un ponte per il dialogo tra NATO e Russia. Ricordatevi di chi affermò la necessità di affermare la superiorità culturale dell’occidente rispetto al mondo islamico. Ricordatevi di chi nutriva dei dubbi sull’intervento in Libia da parte dei Francesi e che per questo fu tolto di mezzo. E forse anche tanto altro che adesso dimentico.

E ora siamo qua. Allucinante. E per colpa del mondo di sinistra bisogna perdere tempo a discutere di un principio basilare come il rispetto delle nostre stesse leggi, con le stesse persone che per 20 anni si sono riempite la bocca con la minaccia Berlusconiana alla costituzione, le leggi ad personam e via dicendo. Le stesse che 3 anni fa hanno avuto il coraggio di proporre una riforma della stessa costituzione, idolatrata per anni, a dir poco oscena.

Ma non importa. Oggi c’è un nuovo mostro, Salvini. E proprio come negli anni 90 e primi anni 2000 qualunque pretesto per attaccare e giungere al proprio scopo è valido. Anche se di ragionamento politico, alla base, non ce n’è neanche un oncia.

Io starò sempre dalla parte della libertà, perché non è anarchia e implica delle responsabilità e quindi dei doveri. Tra cui, appunto, il rispetto della costituzione e delle leggi dello stato. E non farò mai politica in modo così superficiale come questa gente.

Lo prometto.

Come la Sabbia di Herat

Chiara Giannini e il sottoscritto.
A sinistra Chiara Giannini, a destra il sottoscritto.

Questo libro è diverso dagli altri che leggo normalmente. Qui si parla di Guerra (in Afghanistan e non solo) ma non nel modo che ci si può aspettare da altri libri su questo argomento. Si parla di guerra interiore, tra quella parte di noi stessi che in preda alle difficoltà vorrebbe mollare tutto e lasciarsi andare e l’altra parte che per orgoglio, rabbia e istinto ci spinge a reagire ed andare avanti, nonostante le difficoltà, nonostante tutto. Ed è per me più difficile del solito dire cosa mi lascia questo libro, anche se posso sicuramente affermare che provo un certo senso di rassicurazione leggendo il modo in cui Chiara Giannini, l’autrice del libro, ha affrontato le numerosissime sfide della sua vita.

Invidio molto Chiara per l’enorme forza d’animo che ha, anche perché non sono sicuro di poter dire altrettanto per me (e forse è meglio che siano altri a dirlo per me). Mi accontenterei di averne almeno una piccola frazione. E non posso paragonarmi a lei. Finora infatti, non ho affrontato sfide come quelle vissute da Chiara. Non ho quindi il “metro” per poter fare paragoni di questo genere e chissà se lo avrò in futuro.Ma vorrei tentare di eguagliare quel livello di caparbietà, coraggio e fermezza che in certi passaggi del libro trasudano dalle sue parole.

Il libro, l’Afghanistan, il Nord Africa

Come la sabbia di Herat (Afghanistan)

Come la Sabbia di Herat è un racconto di tante storie particolari e che legano Chiara alle vite di numerose altre persone di grande valore. In primis i ragazzi deceduti in Afghanistan, in seconda battuta (ma non meno importanti) le numerose storie di colleghi, amici e parenti che hanno segnato con la loro morte o con la loro vita quella dell’autrice del libro. E si capisce, leggendole, perché.

Il libro tocca anche molti momenti professionali di Chiara, momenti in cui ha anche letteralmente rischiato la vita. Grazie a questi racconti si apprendono anche delle verità importanti su quella che è la realtà dell’Afghanistan e del Nord Africa di oggi. Nel paese che era dei Talebani è ancora vivo e vegeto l’integralismo islamico. Domina la miseria, la corruzione e l’analfabetismo. Non che non si sapesse, per carità, ma il racconto del viaggio in quei luoghi rende molto ma molto bene l’idea.

Il Nord Africa invece è una realtà più difficile da accettare per molti commentatori e cittadini Italiani. Questo perché stiamo vivendo un costante duello tra Buonisti e Rigoristi sul tema immigrazione, un tema però inquinato da un altissimo livello ideologico proveniente da Sinistra. Ma la realtà appunto è che il business dell’immigrazione è reale e deve assolutamente essere fermato. Chiara lo testimonia con coraggio in uno dei momenti più interessanti del libro.

Una guerra per la verità

Come dicevo all’inizio, non è stato facile scrivere questa piccola recensione, proprio perché mi sento di fronte a qualcuno che ha molto più da dire di me. Io ho 32 anni, ho viaggiato poco (con mio grande rammarico) e non conosco il mondo come Chiara.

Credo quindi di poter solo dire grazie a Chiara, per la sua forza, per la sua tenacia, per l’impegno che mette nel suo mestiere e nel dire soprattutto la verità. Tutto ciò combattendo quella guerra costante contro le asprezze della vita che si è ritrovata spesso ad affrontare.

Sono in molti a dover prendere esempio da lei, giornalisti e non.

Processare Salvini: la storia si ripete

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Sembra di rivivere, in questi giorni, gli anni del Berlusconi continuamente sotto attacco da parte dei giudici, a torto o a ragione. E’ spesso vero che la storia si ripete e sembra che purtroppo stia succedendo anche stavolta, in negativo.

Il Precedente

La speranza, per chi vive una vita comune e vede il mondo scorrere in TV o sul web, è che dagli errori si riesca sempre ad imparare, così da comportarsi diversamente la prossima volta. Ma c’è chi volutamente non impara, si incaponisce e persevera nello stesso identico sbaglio.

In questo caso, parliamo di quella parte della magistratura che purtroppo non ha imparato la lezione dagli anni di “guerra” fatta a torto o a ragione nei confronti di Berlusconi. Nonostante la pressione messa sul cavaliere infatti, nessun assalto è mai riuscito davvero. Alla fine è stato estromesso dal parlamento non da un giudice, bensì da una legge approvata durante la reggenza di un cosiddetto governo “tecnico”. Legge che per altro ha presentato anche diversi problemi di costituzionalità.

La sostanza è che Silvio, in 25 anni di attività politica, ha governato per quasi 10 anni, così come gli avversari, mentre 5 anni sono il totale dei governi tecnici avuti fino ad oggi. Si tratta di uno score importante, ottenuto avendo praticamente da lottare ogni anno contro i PM di turno. Dunque, di fatto, l’offensiva dei giudici è risultata assai inefficace. Il paese non ne è uscito migliorato, Berlusconi è sempre in pista e in compenso adesso la sfiducia degli Italiani nei confronti di uno dei poteri fondamentali dello stato è sempre più bassa.

Tocca al leghista?

Sembrerebbe dunque che ci risiamo. Certo, la vita di Salvini non è stata fino ad ora così costellata di eventi potenzialmente carichi di ombre da poter determinare lo stesso accanimento visto con Berlusconi. E’ del tutto evidente però che se si salta alla giugulare del ministro dell’interno con così tanta facilità, significa che quella parte di magistratura che fa giustizia e al tempo stesso politica, si sta di nuovo mobilitando. C’è da vedere ovviamente come evolverà la situazione e se questo episodio rimarrà isolato. Oppure se sarà il primo di una lunga serie. Molto dipenderà anche dall’atteggiamento e dal voto dei 5 stelle.

E’ comunque inaccettabile, al di là delle idee di ciascuno, che un potere dello stato entri sistematicamente in gioco ogni qual volta i governi sono della parte avversa alla sensibilità politica di questa corrente della magistratura. Lo stesso fatto che esista un associazione come “Magistratura Democratica” rende palese questa parzialità. Ma ciò è gravissimo perché un giudice e un magistrato dovrebbero, anzi devono, sempre avere, almeno in partenza, un atteggiamento neutro nei confronti di ciascuno. Ed è del tutto evidente che in questo caso non può essere così.

Il caso

Sul caso di Nave Diciotti ho espresso più volte su Facebook in passato il mio pensiero. Un ministro deve poter esercitare prima di tutto la propria autorità, secondo la sovranità del paese che rappresenta. Di conseguenza è assolutamente nelle sue prerogative, a mio avviso, permettere o no, lo sbarco di tot persone a bordo di una nave della nostra Guardia Costiera. Tutto questo, a maggior ragione se il paese deve affrontare una ondata migratoria alimentata e organizzata dalla criminalità africana. Criminalità che non si fa scrupoli di nessun genere e che offre un “passaggio” anche a gente malintenzionata.

Dunque la mia speranza è che il Senato neghi con convinzione l’autorizzazione a procedere. Questo paese non si può permettere altri 25 anni di guerra tra un potere dello stato e gli altri e le forze politiche che li dentengono. E più ancora non può permettersi una legittimità e un operatività delle istituzioni costantemente sub-iudice da parte di una sola parte, neanche la totalità, della magistratura. Sarebbe ora, tanto per dirla tutta, di stabilire dei meccanismi per validare l’effettiva efficacia di molte azioni penali da parte dei PM. Non si deve negare l’autonomia della magistratura, ma come tutti i settori della Pubblica Amministrazione è giusto che sia anch’essa sottoposta a verifiche di merito.