Perché voterò NO

Si dibatte ormai da settimane sul prossimo imminente referendum costituzionale e ho scelto da tempo di votare NO al taglio dei parlamentari. O meglio, no a questo taglio, fatto in questo modo. Esistono validissimi esperti che possono spiegare meglio di me le ragioni per cui votare no, in particolare segnalo il piccolo saggio del professor Alessandro Giovannini che potete recuperare qui. Scopo di questo articolo è semmai darvi un punto di vista più personale sul perché, da ammiratore del modello istituzionale USA (in cui i congressman e le congresswoman sono 538 in totale), sono contrario a ridurne il numero.

Un fac-simile della scheda che troveremo alle urne.

1 – La Costituzione si cambia insieme

Ho cominciato a fare politica 4 anni fa ma ho memoria dei fatti che la caratterizzano da molto più tempo e vedo ripetersi sempre lo stesso errore. Anche stavolta, l’ennesima, la costituzione è stata cambiata a colpi di maggioranza. Esattamente come 4 anni fa e le volte precedenti. E poco vale la replica che quasi tutto il parlamento abbia votato a favore all’ultima votazione. Il tema è stato estremamente inflazionato negli ultimi anni. Vuoi per la rabbia e la frustrazione degli italiani nei confronti di una classe politica inconcludente e percepita come fannullona e corrotta, vuoi per la necessità nota da ormai 30 anni di aggiornare seriamente le nostre istituzioni. Il tema è talmente sensibile e foriero di rovesci nel consenso che di fatto molte forze si sono ritrovate a sostenere il SI a denti stretti.

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Israele, l’ultimo stato Europeo

Come ultima lettura dell’estate conclusa appena 2 mesi fa non poteva mancare anche un libro con argomentazione internazionale. Non che uno sul tema del riciclaggio dei rifiuti non sia da meno ma il tema del conflitto permanente tra Israeliani e Palestinesi è certamente una di quelle questioni che sulla scena internazionale appaiono più spesso. Negli anni sono passato da una posizione di sostanziale neutralità ad una di netto supporto ad Israele. Questo mio passaggio è dovuto a più fattori: il mio credo profondo nella superiorità morale del mondo libero, nell’approfondimento del funzionamento dell’economia, nell’apprendimento della conoscenza sui temi di politica internazionale, la storia.

Israele, l'ultimo stato Europeo.
La copertina del libro. [1]

Quando ho cominciato a leggere questo libro non nego che il mio pensiero su Israele fosse già abbastanza solido. Sono convinto ormai da anni che i Palestinesi, non tutti ma molti di loro si, non desiderino in realtà una pace vera e duratura. Sono stati portati a credere che siano vittime del sopruso sionista. Una congiura internazionale ordita ai loro danni dagli ebrei (tutti) e dal mondo occidentale Europeo e Americano. Il risultato di questa sciagurata credenza è che i Palestinesi, quelli ormai irrecuperabili, vivono nel culto della morte. Non hanno altro obbiettivo al di fuori della distruzione di Israele. E questa è la ragione per la quale molti di loro uccidono, violentano, feriscono, sparano. Ma la colpa di tutto questo è, alla fine, dell’estremismo Islamico.

Il libro

Giulio Meotti compie un viaggio nello stato ebraico attraverso i territori e soprattutto le persone che ci abitano. E molto spesso si tratta di gente comune che affronta ogni giorni situazioni di pericolosità che in nessun paese Europeo sarebbero tollerate. Molti devono uscire di casa al mattino senza neanche la certezza che la sera torneranno a casa vivi. Molti genitori mandano i propri figli a scuola in questa condizione. E’ allucinante, spaventoso, ma al tempo stesso incredibile. Un popolo cosciente che la morte è letteralmente in agguato e che risponde con fermezza, determinazione e precisione. Gli Israeliani amano la vita e si sentono comunità nazionale come pochissimi altri paesi al mondo. Poche le realtà occidentali paragonabili. Forse gli Stati Uniti possono essere considerati simili in questo ma sono pochissimi gli altri esempi.

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Il Potere Vuoto

Inauguro una piccola sezione del blog con un breve articolo dedicato a questo primo libro della mia estate, “Il Potere Vuoto” di Lorenzo Castellani. Il libro è di facile lettura e spiega bene i meccanismi che hanno portato l’occidente ad essere così in crisi.

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Il Potere Vuoto.

Siamo abituati a pensare che le nostre democrazie siano indistruttibili e scontate ma intorno a noi accade qualcosa. Emergono paesi che pur non avendo regimi democratici riescono ad avere un enorme peso sulla scacchiera mondiale. L’Occidente non sembra, almeno per ora, essere in grado di reggere in pieno la sfida e ci sono molti segnali di instabilità, specie in Europa.

In questo libro è presente una spiegazione sui motivi di questa crisi e anche qualche proposta per evitare il declino.

Scoprirete infatti che la fotografia del mondo occidentale scattata in questo testo è assai fedele. Leggendolo sono rimasto molto colpito da come la nostra democrazia e anche l’Unione Europea vengono sezionate e mi trovo anche in larga parte d’accordo con le soluzioni proposte per risolvere i problemi di rappresentanza e governabilità. L’autore è favorevole ad un premierato forte o ad un semipresidenzialismo, io sono per il Presidenzialismo pieno, all’Americana, che a mio modesto parere garantisce una stabilità di governo e un efficacia maggiore.

Buona lettura!

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