Cuore, Immigrazione e Governo

Immigrazione, tema caldo, caldissimo. Da Trump a Salvini tutti nell’occhio del ciclone per la linea dura e grida allo “scandalo” per parole o azioni dei 2 soggetti in questione. Il mio pensiero su queste vicende è semplice: lo spartiacque fondamentale è la legge.

Cuore si ma con coerenza

Se qualcuno obbietta che occorre anche cuore e umanità, sappia che non mi trova ostile, basta che poi si abbia cuore e umanità anche in altre situazioni. Per esempio, quando in una colluttazione con un ladro (magari proprio un clandestino uscito da uno dei centri di accoglienza), quest’ultimo ci lascia le penne e la vittima si deve difendere da accuse di omicidio che ai suoi occhi (e ai miei) appaiono lunari. Oppure quando, sempre in osservanza della legge, un tribunale condanna un imprenditore che per la crisi ha dovuto scegliere se pagare le tasse, i fornitori o i propri dipendenti, preferendo magari questi ultimi.

Insomma, quello che voglio dire è che bisognerebbe stare attenti a dare alla legge un applicazione troppo arbitraria. Non serve essere laureati in giurisprudenza per capire che per loro natura, a volte, le leggi possono avere un interpretazione in un senso o in un altro. Dopotutto, il sistema legale è un sistema prodotto dagli uomini che come noto non sono perfetti, dunque nemmeno il miglior sistema legale al mondo lo è.

A questo punto però, per tentare di venire a capo della questione, bisogna adottare un discriminante. La legge è espressione del parlamento sovrano della nazione che la emana, dunque destinata a dare un beneficio o prescrivere delle disposizioni al popolo di quella nazione. Nazione che tra i suoi compiti essenziali vede sicurezza da minacce interne ed esterne, dunque è una naturale conseguenza il controllare i confini e capire chi e cosa vengono a fare le persone che arrivano, siano essi su aerei, navi, barconi, piedi, biciclette o altro.

E certamente il mancato rispetto delle leggi sull’immigrazione (a prescindere da quanto sono efficaci) è da punire senza indugi. Nel caso dell’immigrazione con la pena più ovvia, l’espulsione.

Gli USA e Trump

A Trump possiamo rimproverare “mancanza di cuore” per via dei bimbi separati dalle famiglie? Forse. Perchè esiste anche la possibilità che i bimbi stessi siano usati come “scusa” da qualcuno che non è esattamente ben intenzionato. Ciò non toglie che a volte i bimbi siano realmente e tristemente separati davvero dai genitori, ma una volta espulsi è sempre possibile il ricongiungimento.
C’è comunque il modo legale di entrare negli USA, anzi, la via è quella. Ci si mette in lista e si aspetta, come tutti.

Le separazioni possono essere tristi ma funzionano anche come deterrente e questo unito all’applicazione puntuale delle leggi sull’immigrazione rappresenta il miglior antidoto all’afflusso dei clandestini: un deterrente. E la legge va applicata per forza di cose interpretandola a favore dell’interesse base della nazione (cioè di chi ci abita), ovvero la sicurezza.

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