Recovery Fund: un pareggio scarso

Se ne parla da giorni perché tutti sperano che il famigerato Recovery Fund possa aiutarci ad uscire dalla maxi crisi causata dal Virus Cinese. Peccato che non sia una vittoria, ma nella migliore delle ipotesi un pareggio striminzito e questo è l’aspetto superficiale della questione. L’aspetto più concreto di questa faccenda è che non solo non si è realizzato quel vero salto di qualità che era necessario in questa fase ma si è semmai insistito sul vecchio modo di condurre la UE. E quel vecchio modo corrisponde agli interessi Franco-Tedeschi, stavolta camuffati abilmente dalla pantomima dei “paesi frugali” ma non abbastanza da sfuggire ad un attento lettore. Vediamo insieme perché.

Il Primo Ministro Olandese Mark Rutte, leader dei cosiddetti "Paesi frugali". Il Recovery Fund è quasi un Recovery MES a causa loro.
Il Primo Ministro Olandese Mark Rutte, leader dei cosiddetti “Paesi frugali”

Riassunto breve delle caratteristiche del Recovery Fund

Lo stanziamento totale del fondo è di 750 miliardi di € che ovviamente andranno divisi tra i vari paesi dell’unione. Di questi miliardi 360 sono prestiti e 390 di finanziamenti a fondo perduto. Lo stanziamento complessivo per l’Italia è di 209 miliardi, di cui 82 a fondo perduto e i restanti 127 in prestito. I fondi verranno erogati a partire dal 2021 e fino al 2023. Dal 2028 al 2058 dovrà poi avvenire la restituzione da parte nostra anche di una grossa fetta della parte a fondo perduto, circa 55 miliardi. Questo ovviamente in aggiunta al denaro in prestito.

Il finanziamento di questi 750 miliardi avverrà tramite collocazione sul mercato di titoli di debito simili a ciò che sarebbero dovuti essere gli Eurobond. Di conseguenza nessuno dei paesi che fa parte dell’unione verserò direttamente qualcosa nel fondo stesso. I singoli stati faranno semplicemente da garanti.

Un’opportunità o una fregatura?

Se il MES era un evidente trappola, il Recovery Fund offre oggettivamente qualche speranza in più, visto che sono comunque previste delle cifre a fondo perduto.

I Prestiti

Tuttavia se da una parte gli 82 miliardi a fondo perduto sono sicuramente un passo avanti, i 127 sono invece una replica di ciò che si è già visto proprio con il MES. Si tratta infatti di prestiti e come tutti i prestiti hanno delle condizioni, tant’è che già in fase di trattative molte energie dei cosiddetti “paesi frugali” si sono concentrate sul controllo della spesa e sugli obbiettivi da raggiungere. A tal proposito si è raggiunto un accordo per evitare la necessità di unanimità sulle decisioni riguardo al tema del Consiglio Europeo ma in ogni caso serve una maggioranza qualificata del 72% dei paesi membri, pari al 60% della popolazione. Questo significa che basta radunare 1/3 dei paesi dell’Unione per interferire nei programmi di un singolo paese e noi ovviamente saremo molto molto attenzionati.

erogazione dei fondi condizionata

L’erogazione dei fondi infatti, sia a prestito che a fondo perduto, è condizionato al raggiungimento di alcuni obbiettivi e avanzamento di progetti, in particolare quelli legati al famigerato “Green Deal”. Trattasi di un megaprogramma di spesa pubblica utile solo a finanziare a debito qualche azienda che sforna prodotti poco eco e molto costosi. In poche parole il modo in cui spendiamo quei soldi sarà controllato dall’esterno, non potremo usarlo liberamente. Scordatevi l’abbattimento delle tasse in sostanza…

niente mutualizzazione, paga pantalone

Altro fatto curioso è che si sta spacciando il fatto che per la prima volta il debito viene mutualizzato. Non è così. I titoli sono garantiti dai singoli paesi attraverso il bilancio UE ma verranno reperiti sul mercato. I soldi verranno erogati dal 2021 al 2023 (quindi quest’anno niente spicci) e dal 2027 dovrà iniziare il rimborso. Questo significa che il bilancio comunitario dovrà essere aumentato per poter sostenere il ripianamento del debito.

dovremo comunque pagare

Prendere soldi in prestito e rimborsarli con gli interessi è di per se un concetto sacrosanto. Peccato però che durante le trattative i cosiddetti paesi frugali abbiano ottenuto notevoli sconti proprio sui versamenti all’Unione, i cosiddetti “rebate”. E quei soldi non spariscono, semplicemente dovrà metterceli qualcun’altro. E indovinate chi sarà questo qualcuno? Tra gli altri anche noi ovviamente! La cosa ci costerà circa 1 miliardo a partire dal bilancio 2021-2027. Dal 2027 al 2057 infine, l’UE dovrà restituire al mercato i soldi presi in prestito. Calcolando in base alla quota italiana (13,5%) si ottiene che dovremo restituire in 30 anni 55 miliardi circa degli 82 a fondo perduto. E’ vero che sono soldi che restituiremo in un tempo molto diluito ma questo fa scendere il netto della pagnotta portata a casa a 25 miliardi.

Recovery Fund o Recovery MES?

Ecco perché parlo di pareggio striminzito e non di vittoria: il piano è complessivamente migliore del MES ma per i motivi di cui sopra mi restano sinceramente molti dubbi. Va certamente riconosciuto alla UE che un timido passo avanti verso qualcosa di un po’ diverso dal carrozzone attuale è stato fatto. Ma considerando quanto epocale sia la situazione in cui viviamo è evidente che se tutto questo è stato fatto per 25 miliardi netti allora la montagna ha partorito il topolino.

L’accordo è in sostanza la continuazione del paradigma con cui l’UE viene governata da quando esiste, come spiegato anche in questo articolo di Atlantico Quotidiano. Si tratta di una maxi copertura morale e burocratica per la salvaguardia degli interessi Franco-Tedeschi e come tutti i trattati, anche questo rientra nella logica del controllo che a Bruxelles e in altre capitali nord-europee vogliono esercitare sui paesi mediterranei e in particolare in Italia.

Siamo ben lontani dal rassomigliare all’assetto federale USA, dalla Fed e dal bilancio a stelle e strisce.

Non riconosco invece niente a Conte, molto molto abile a pararsi il culo ma che porta a casa il risultato solo perché Rutte e compagnia cantante si ritroveranno a pagare meno la UE, ovviamente a spese nostre. Di tasca loro gli amici “frugali”, state tranquilli, non ci mettono niente, ne ora ne domani.

E menomale, pensate, che sono quasi tutti governi Social-Democratici!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *