Violenza (in)giustificata

Un orrore solo a pensarlo. Eppure l’immensa e svergognata ipocrisia del mondo Progressista svela in questi giorni il suo lato più cupo e brutale. Assistiamo infatti ad un’ondata di violenza senza precedenti negli Stati Uniti in seguito alla morte di George Floyd un uomo di colore che viveva in Minnesota. L’uomo è morto in seguito all’arresto da parte della polizia locale di Minneapolis. La morte ha quindi scatenato proteste in tutti gli USA ma oltre a quelle pacifiche si assiste anche a distruzione di proprietà, saccheggi, furti, incendi, rivolte, assalti alla polizia stessa, alle autorità e in questi giorni anche a statue ed altri monumenti storici. Ma non è questa la cosa agghiacciante: quello che spaventa è che da sempre più parti sia dell’elettorato che della rappresentanza Progressista, si assiste ad una sempre crescente giustificazione diretta o indiretta della violenza di questi giorni.

Un dipartimento di polizia di Minneapolis in fiamme.
Foto da: https://www.nationalreview.com/news/rioters-set-fire-to-minneapolis-police-station/

Giustificazioni surreali e realtà

Quante volte abbiamo sentito i nostri amici di sinistra, antifascisti, pacifisti, buonisti, argomentare sulla non violenza, sul disarmo, eccetera? Tante vero? Eppure anche parlando con persone di mia conoscenza, con amici talvolta, si iniziano a sentire giustificazioni più o meno dirette a queste rivolte. Ribellioni che stanno devastando città e paesi e che si sommano ai danni della pandemia da Covid19, una catastrofe che comincia solo ora ad avviarsi sulla via dell’esaurimento.

Ed è agghiacciante il modo in cui queste giustificazioni vengono fatte: in nome della difesa dei diritti di una minoranza oppressa e vessata che cerca “riscatto”. Ma chi conosce la storia degli Stati Uniti sa che nel 1964 l’allora Presidente Lyndon B. Johnson promulgò il “Civil Rights Act” che in pratica cancellò completamente a livello legale la segregazione razziale. Inoltre mise in campo strumenti per permettere al governo federale di combattere eventuali battaglie legali contro gli stati dell’Unione che avessero deciso di resistere alla nuova legge voluta dal Congresso.

E in questa battaglia fu fondamentale il grande Martin Luther King un uomo che sapeva bene che l’unico modo di vincere la battaglia contro il razzismo era quello della non violenza. Infatti, uno scontro etnico tra bianchi e neri non avrebbe che portato alla guerra civile, una guerra che avrebbe causato decine, centinaia di migliaia di morti e non avrebbe risolto nulla. MLK capì che l’unico futuro decente possibile era quello di una convivenza pacifica fra Bianchi e Neri e che se si voleva andare in quella direzione bisognava dare l’esempio. Questo era il metro di quest’uomo, un grande uomo. Un esempio che però, il mondo progressista, non segue ormai più.

La contraddizione strutturale del Progressismo

Dunque i nodi vengono al pettine. E accade anche stavolta dove le contraddizioni del mondo Progressista vengono fuori in tutta la loro grandezza. Se infatti il mondo Progressista è largo e variegato è altrettanto vero che parti più o meno trasversali di esso, dai più libertari, a quelli socialisti, da quelli anarchici a quelli semplicemente anti-sistema mostrano proprio in questi giorni il bisogno strutturale di conflitto che gli è necessario per supportare il mix spesso largamente incoerente delle loro idee.

Questo bisogno di conflitto è particolarmente forte nella parte più di Sinistra di questo universo che eredita dal Socialismo e dal Comunismo questa componente fondamentale del suo agire politico. Tutto parte da una visione pessimistica e violenta dell’uomo che nella visione Social-Comunista è vittima dei suoi sentimenti di avidità, meschinità, bigotteria, superficialità, invidia e pertanto è portato a sfruttare i più deboli. Tutto ciò dimenticando che l’Uomo è anche capace di azioni e gesti straordinari, di compiere opere meravigliose e di costruire meraviglie ingegneristiche, sociali, economiche e umane.

Questa tesi è già stata smentita dalla storia come sappiamo ma molte parti dell’arco politico dei paesi occidentali continuano a negarlo. Oppure, semplicemente, non lo sanno, perché quando si parla di umanità, se si vuol essere realisti, bisogna ricordare sempre che gli ignoranti sono ovunque e la mamma dei deficienti è sempre incinta.

Il bisogno del Conflitto

Dunque per portare avanti idee superate e fallite bisogna procedere nel seguente modo:

Negare i fallimenti stessi di quei sistemi

“Non era vero Comunismo/Socialismo”, “gli Americani hanno sabotato il sistema” (si dice qui in Europa), “E’ colpa dei capitalisti corrotti nel paese e nelle istituzioni”, o più semplicemente sentirete dire che “C’era ancora troppo liberismo!”. E altre amenità simili.

Alimentare tensione

E questa è la parte che vediamo bene in questi giorni sul tema del razzismo. Ormai praticamente tutti hanno accettato l’idea che il colore della pelle sia solo un tratto somatico come gli altri. Qui in Europa specialmente ma anche negli USA, dove resistono alcune sacche di effettivo razzismo ma molto meno forti rispetto agli anni 60. Ciò non conta però, conta continuare ad alimentare il mito dei neri “oppressi sistematicamente e brutalmente” basandosi su episodi isolati e decontestualizzati. E ovviamente ignorando i dati che dicono che il 75% dei morti nelle sparatorie con la polizia non è di colore.

Lo scopo definitivo è arruolare e tenere nei ranghi la minoranza nera per farne voti stabili e immutabili per il Partito Democratico. Perché si, in definitiva questo produce ciò che a parole si vorrebbe evitare, razzismo appunto. Ma verso i Bianchi e quindi va bene, perché l’uomo bianco è colpevole di colonialismo, razzismo, violenza e un mucchio di altre cose.

Incolpare il capitalismo

Dicevamo prima che molta parte degli atteggiamenti dei Progressisti è mutuata dal Socialismo e dal Comunismo. Bene, questo è il tratto più evidente di tutti. Essere anti-sistema, per queste persone, significa essere anti-capitalisti perché è questo sistema che ha permesso a tutte le nazioni del mondo che lo hanno abbracciato, di uscire dalla povertà e far crescere le proprie condizioni sociali ed economiche.
E il parallelo tra Capitalismo e Liberismo è naturale perché al crescere delle economie capitalistiche aumenta di conseguenza anche il grado di libertà delle persone. E una volta che la libertà individuale aumenta le persone diventano indipendenti da eventuali “benefici” del potere (dallo stato) e di conseguenza sono sempre meno manipolabili.

Ed ecco quindi che il quadro è completo: l’uomo capitalista, bianco, ricco e libero è la minaccia assoluta. E per combatterlo bisogna colpirlo distruggendo il capitalismo stesso (impedendogli di funzionare), attaccandolo antropologicamente perché bianco, attaccarlo economicamente tassandolo e incolpandolo della sua stessa ricchezza. Infine bloccandolo, imbavagliarlo e legarlo nella parola e nel pensiero con il politicamente corretto, la censura e l’intimidazione costante in tutti i luoghi pubblici.

Ma chi sono i rivoltosi?

Chiarito quindi il contesto non possiamo non parlare di Black Lives Matter e Antifà. Come spiegato benissimo in questo articolo di Inside Over, BLM è un movimento decentrato e diffuso non solo negli USA ma anche all’estero con collegamenti con molte realtà Europee e Australiane. Lo scopo dichiarato è quello della difesa della minoranza nera con tutti i mezzi, cosa che porta molto spesso ad affiancare o generare direttamente proteste anche violente. Si tratta di un movimento le cui origini arrivano da lontano, pur essendo stato fondato nel 2014. Si tratta del frutto lontano delle proteste e della tensione sociale che sono scoppiate negli anni 60 e che per lungo tempo si erano assopite. Ma durante la presidenza Obama si è assistito ad un risveglio e le violenze di questi giorni ne sono la continuazione.

Accanto a BLM c’è poi Antifà, l’organizzazione dei Collettivi di Sinistra Americani che sono probabilmente la parte più violenta e dirompente di queste manifestazioni, coloro a cui si deve il maggior numero di danni. E sono anche coloro che dichiarano più esplicitamente come tutto quello che sta avvenendo sia l’occasione per creare caos e disordine. C’è da dire che almeno questi lo dichiarano esplicitamente e senza tanti giri di parole. Fanno della violenza un mezzo per combattere la cosiddetta “lotta di classe” un feticcio ottocentesco, aggiornato a temi moderni. Non c’è più il Padrone e il Proletariato, ci sono razzisti e antirazzisti, bianchi e neri, ricchi e poveri, capitalisti e anti-capitalisti. Loro ovviamente, sono o si schierano con i secondi.

Conclusioni

Dunque questo è il quadro agghiacciante nel quale viviamo oggi. Mentre scrivo mancano poche ore al primo Trump Rally in Oklahoma dall’inizio della Pandemia di Covid19 e ovviamente sono già arrivate minacce da parte sia di BLM che di Antifà. Perché alla fine siamo giunti a parlare di quale sia il bersaglio finale della violenza e della giustificazione della violenza stessa, ovvero il Presidente Trump.

E’ lui il bersaglio di tutto. E come abbiamo visto negli anni passati con altri leader Repubblicani o comunque di Centrodestra in Italia o in Europa non importa qual’è il momento, quali sono i leader, quali sono le politiche che portano avanti. Qualunque cosa sia di stampo Liberal-Conservatore, di Destra, di Centrodestra deve essere etichettata e classificata senza appello come negativa, in tutti i peggiori modi possibili. E i leader devono essere etichettati come spazzatura. Sempre e comunque, che ci si chiami Bush, Berlusconi, Johnson, Salvini, Trump, Bolsonaro o Reagan.

La novità, rispetto al passato, è appunto che si comincia a non accettare più il fatto che la violenza sia il male. Si arriva a giustificare quindi l’uso della forza per fini di lotta politica. Anche questa fondamentale barriera al caos sembra quindi vacillare di fronte alla follia Progressista sempre più spinta. Facile immaginare quindi cosa potrebbe succedere nelle prossime settimane o nei prossimi mesi in seguito ad altri morti sospette come quella di Floyd o semplicemente ad un esito delle elezioni Presidenziali in favore di Trump. E dato che in democrazia il mondo Conservatore vince, probabilmente molti dei degenerati di cui parliamo iniziano a pensare ad una rivoluzione, non pacifica, ma armata e appunto violenta.

Stiamo vivendo, forse, la fase politicamente più difficile, delicata e pericolosa degli ultimi 30 anni.

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