BioRaffineria o futuro davvero Green?

Ieri sera ho partecipato al dibattito organizzato dalle Magliette Bianche Italiane riguardo alla situazione di forte sofferenza ambientale dell’area Livornese e al fumoso progetto di ENI riguardo la “BioRaffineria”. Ho partecipato sia come cittadino, sia come Coordinatore Comunale di Forza Italia per Collesalvetti, incarico che ricopro da pochi giorni. Dato che il tema mi sta a cuore ho apprezzato molto l’iniziativa e avendo letto il libro di Rossano Ercolini ho avuto modo di apprezzare ancora di più il concetto di Economia Circolare.

La serata è stata a mio modo di vedere fondamentale, poiché si sono potuti mettere sul piatto tutti e 3 i nodi fondamentali della questione, Bonifiche, BioRaffineria e non solo. Erano presenti i sindaci di Livorno e Collesalvetti, i rappresentanti di tutte le forze politiche principali (tranne il PD che Sindaci a parte è scappato…) e soprattutto molti cittadini che chiedono risposte.

L'assemblea a Stagno per l'ambiente e la BioRaffineria.
L’Assemblea di Ieri sera. Un grazie alle Magliette Bianche per la foto. Al centro ci sono io, alla mia destra Chiara Tenerini, Coordinatore Provinciale di Livorno e accanto Elisa Amato, Coordinatore Comunale di Livorno.

Le bonifiche non più rimandabili

La prima questione da ribadire è quella relativa alle bonifiche che questa zona attende ormai da ben 22 anni. Come ha ricordato anche il professor Michele Bianchi, coautore dello studio SENTIERI, attualmente non si può stabilire una correlazione certa tra l’inquinamento prodotto dai vari stabilimenti con la situazione patologica quantomeno anomala segnalata dallo studio stesso. E’ però purtroppo verosimile che tale correlazione esista almeno in parte. E visto che quelle fonti inquinanti esistono da decenni, l’aria e soprattutto il suolo e l’acqua risentono di livelli di sostanze potenzialmente dannose più alti. Molti cittadini tra l’altro, hanno compiuto anche analisi private di acqua e terreni, trovando livelli molto superiori ai limiti di legge. E i limiti di legge non sono una scusante per dire che va tutto bene. Si tratta solo di una soglia limite fissata per evitare di arrivare a livelli altrimenti insostenibili nel breve e medio periodo.

E’ dunque necessario procedere senza se e senza ma alle bonifiche. E qui entrano in gioco anche i politici presenti in sala ieri sera, in particolare quelli delle forze di governo. Non dimentichiamoci mai che viviamo in una regione rossa e che PC/PDS/DS/PD governano ininterottamente queste zone da decenni. Se non si è fatto niente fino ad oggi è perché è mancata la volontà politica ed è comprensibile viste le parti in causa. Il PD ha sempre goduto in queste zone di un consenso bulgaro o quasi. ENI è una partecipata statale che è sempre stata bacino di voti per i Dem e i comuni di Livorno e Collesalvetti sono sempre stati governati da questi ultimi, eccezion fatta dalla giunta Nogarin. Una menzione anche per quest’ultimo da cui ci si aspettava evidentemente di più invece dell’immobilismo sul tema dei suoi 5 anni.

Il no alla pseudo BioRaffineria

E’ l’argomento più attuale, dato che ENI e soprattutto regione Toscana hanno tirato fuori il tema già a partire da luglio scorso. In realtà sono state anche date poche informazioni e in ordine sparso. Ad oggi non c’è un progetto e neanche una bozza e finora si è continuato a discutere sui pochi punti fermi finora emersi. Pochi come dicevo ma sufficienti per tracciare un quadro complessivo. Il primo e fondamentale è che non si dovrebbe affatto parlare di BioRaffineria ma di Gassificatore, dato che non ci sono componenti biologiche nel processo industriale che si prospetta.

L’Impianto

Si tratterebbe di un impianto che brucerebbe a regime un totale di 200.000t annue di Plasmix e CSS, con potenziale per arrivare anche a 400.000. Il prodotto di questa combustione (il processo esatto è detto appunto gassificazione) porterebbe a produrre 100.000t di metanolo annue e un totale di 140.000t di CO2. Quest’ultima non sarebbe sufficientemente pura per poter essere impiegata per usi alimentari. ENI dice di poterla vendere alla Solvay di Rosignano che però ha già suoi fornitori e non è detto che le sia conveniente quella del nuovo impianto. Ergo, ci sarebbe immissione in atmosfera di CO2 e residui inquinanti, in aggiunta a quelli già presenti. Infine ci sono 30.000t di residuo solido vetrificato che non è ancora chiaro che fine farebbe. Sembra, perché anche questo non è chiaro, che si punti a farne materiale per asfaltature o edilizia.

Non avrebbe tra l’altro nessuna delle caratteristiche dell’economia circolare, dato che il processo non produrrebbe materia prima-seconda da reimpiegare in attività produttive.

Insomma, tutto è avvolto nella nebbia ma il dato certo è che l’impianto sarebbe aggiuntivo a quelli esistenti e verrebbe fatto qua per pura convenienza economica. Farlo altrove infatti costerebbe non i 250 milioni dichiarati ma almeno il doppio se non si più, anche perché ci sarebbe bisogno di costruire da zero impianti di trattamento delle acque, strutture di supporto, condotte, aree di servizio, ecc. Impianti che nello stabilimento attuale sono invece già presenti.

non si può che dire no

La BioRaffineria si inserirebbe come dicevamo prima in un area già fortemente provata da molti impianti diversi e decenni di incuranza generale sul tema da parte delle istituzioni. E’ naturale, a questo punto, dire un NO convinto a questo progetto. E ricordiamoci che oltretutto la questione nasconde una mancanza di fondo sul tema rifiuti da parte della regione, poichè la leva per costruire l’impianto è la mancata costruzione dell’inceneritore a Case Passerini, nel fiorentino. Un progetto combattuto e sconfitto definitivamente dalla popolazione locale perché contraria, come i Colligiani e i Livornesi a nuovo inquinamento. Spero non se la prenderà Nardella se ieri sera sono stati in molti a lanciare pernacchie contro di lui, compresi i Sindaci Antolini e Salvetti. Sindaci dai quali mi aspetto e ci aspettiamo coerenza nella loro volontà di essere prudenti.

Il futuro: cosa fare dopo ENI?

Sono rimasto sorpreso dal fatto che ieri sera sono stato l’unico a parlare di questo tema che invece è centrale. Se da un lato è scontato dire no, viste le caratteristiche, al Gassificatore/BioRaffineria ENI e chiedere le bonifiche, dall’altro non è scontato porsi domande sul futuro di questa zona. Livorno oltre che essere un SIN (Sito di Interesse Nazionale) è anche Area di Crisi Complessa. In questa città e nei suoi dintorni non ci sono più realtà di medie e grandi dimensioni capaci di invertire il declino economico in atto. E per quello che ho detto fino ad ora non si può certo chiedere ad ENI di sopperire.

Tuttavia, è anche vero che la nostra zona offre un concentrato unico di infrastrutture e occasioni. Un area di 150 ettari quale quella dello stabilimento ha sicuramente un forte valore in chiave commerciale e imprenditoriale, specie se si considera la contemporanea presenza nell’area di Porto, Autostrada, FI-PI-LI, asse ferroviario tirrenico, asse ferroviario con Firenze, Scolmatore navigabile, e il vicino Aeroporto di Pisa. In più avremo in futuro anche la Darsena Europa e lo scavalco ferroviario per collegare Porto e Interporto. E infine resta sul tavolo la mai dimenticata questione del lotto 0 e la perenne questione dell’autostrada Tirrenica.

La politica deve tornare a fare il suo mestiere

Ad un impianto vecchio, che ha ormai 85 anni e che già nel 2014 ENI stessa voleva chiudere, potremmo sostituire nel medio e lungo periodo un polo per attività produttive e commercio con pochi rivali! Non solo in Italia ma anche in tutta l’area del mediterraneo!! L’età dello stabilimento è tale per cui non è lontano il momento in cui si riproporrà il tema del futuro industriale dell’area. La politica ha il compito di programmare gli obbiettivi futuri e porre le condizioni affinché possano essere raggiunti. E compito della classe politica locale è di iniziare a porre la questione sui tavoli che contano e agire di conseguenza. Non portare avanti progetti Non-Sense come quello della BioRaffineria, vecchi ancor prima di essere realizzati.

Il mio impegno è sostanzialmente questo e anche se non sono presente in Consiglio Comunale farò la mia piccola parte per poter sperare di raggiungere l’obbiettivo di un futuro diverso. Un futuro di libertà economica, prosperità per Stagno, Collesalvetti e Livorno, con il commercio, con attività a basso impatto ambientale, con pazienza e lungimiranza. Ho un partito alle spalle che può contribuire fortemente a questo risultato. Realizzarlo non è impossibile. Con la buona volontà di tutti ce la possiamo fare!

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