E’ ormai quasi un mese che faccio parte ufficialmente di Forza Italia. Proprio stamani ho partecipato al Congresso Provinciale di Livorno dove sono stato eletto nel Comitato Provinciale, il “parlamentino” che sostiene e coadiuva il nuovo Coordinatore Provinciale, Chiara Tenerini, cui va il mio augurio di buon lavoro! Dunque adesso sono anche parte del gruppo dirigente di questa provincia e ciò per me rappresenta un onore oltre che un onere che cercherò di assolvere al meglio. E a livello nazionale, forse, si affaccia una possibilità di rinnovamento con Mara Carfagna. Ma ci sono diverse cose da valutare.
A questo punto bisogna iniziare a fare qualche ragionamento su cosa ci riserva il futuro e quali scelte sono da fare o non fare. Ritengo la Carfagna l’unica che può effettivamente succedere a Berlusconi, in questo momento, come leader del movimento. Ha talento, è preparata, ha un certo carisma e sa stare bene in televisione. C’è però un serio problema: a giudicare dai tweet e dalle dichiarazioni che ha fatto soprattutto di recente, sembra avere una linea molto (troppo) centrista e poco propensa ad una collaborazione con i nostri alleati sovranisti. E ciò ovviamente mi convince poco.
Questo per esempio è uno di quei tweet da non fare, uno di quei messaggi da non mandare mai più! Forza Italia ha già vissuto una fase di avvicinamento al PD o comunque all’area moderata di sinistra e il risultato è stato catastrofico. Renzi, Italia Viva e il PD non sono scelte possibili per chi come noi è liberale davvero. La nostra fedeltà deve andare in primis al popolo del Centrodestra e al suo comune sentire. E di conseguenza ad una alleanza solida che bisogna certamente migliorare e rinsaldare.
Principi solidi e alleanza stabile
Ma come ho già scritto su questo blog, Silvio Berlusconi ha già posto l’architrave principale per il prosieguo dell’alleanza di Centrodestra. Senza volermi ripetere troppo, ritengo in sintesi che la strada per il futuro non possa prescindere da una solida alleanza con Lega e Fratelli D’Italia. Questo perché chi oggi non ci vota più è rimasto schifato e alienato dai numerosi errori di questi anni, specie dal 2011 in poi: Nazareno, sostegni diretti o indiretti a iniziative PD, sostegno al governo Monti, immobilismo del partito di fronte ai cambiamenti in Europa e si, anche la mancata rivoluzione liberale. In poche parole, siamo molto indietro nella fiducia che l’elettore di Centrodestra nutre verso di noi e dunque bisogna recuperare.
Questo recupero va fatto su almeno 2 livelli. Il primo è quello delle idee: siamo un partito che nasce espressamente per portare il liberalismo come metodo fondamentale dell’amministrazione del paese. Ma nel corso del tempo abbiamo dato l’impressione di avervi in qualche modo rinunciato. Non parliamo più di tagli alla spesa pubblica, riforma delle pensioni verso la capitalizzazione privata, efficientamento della PA e solo in parte di radicale riforma della giustizia amministrativa. Il secondo livello è quello della fedeltà, prima di tutto, come dicevo, al nostro popolo e poi agli alleati. Alleati che possono essere a volte maleducati e presuntuosi ma che si comportano così anche per diffidenza.
Dobbiamo in sostanza, in entrambi i casi, dare prova di coerenza con la nostra ragion d’essere e una dimostrazione di fedeltà all’alleanza. Non dobbiamo cullarci sul fatto che questo partito ha fondato di fatto il Centrodestra in Italia e dobbiamo smettere di imputare alla Lega il governo Giallo-Verde. Abbiamo fatto le larghe intese, appoggiato il governo Monti e sottoscritto il Patto del Nazareno. Col governo Giallo-Verde siamo pari con la Lega quanto a “fughe in avanti”.
Buoni esempi
Dunque da Piazza San Giovanni si riparte, superando il passato e ragionando unitariamente in un ottica nuova. Questo ci lascia con tutto il campo liberale del Centrodestra da presidiare, mentre i Sovranisti hanno ormai raggiunto il massimo del loro potenziale elettorale. Abbiamo quindi un enorme margine di crescita valutabile tra i 7 e i 9 milioni di voti da recuperare, gente che non va più a votare perché insoddisfatta dell’attuale versione di Forza Italia e in attesa di tempi migliori.
Ed ecco dunque un paio di esempi di tweet veramente utili della Carfagna. 2 questioni sicuramente centrali: infrastrutture e fisco. In entrambi i casi da un punto di vista veramente liberale o se preferite liberista. Questo partito nasce espressamente e prima di tutto per questo, ricordiamocelo. Il liberismo è la nostra ragion d’essere primaria e il nostro obbiettivo, soprattutto in campo economico e ovviamente anche negli altri settori della vita del paese. E’ ciò che ci differenzia da tutti gli altri partiti, alleati compresi, ciò che serve al paese per risorgere e cosa più importante di tutte, ciò che siamo. E in un percorso di rinnovamento è la filosofia che deve risorgere insieme a noi e riportarci al governo quanto prima.
Non meno importante sarà la rivoluzione interna che il partito dovrà affrontare. Non è più sostenibile la Forza Italia attuale, troppo dipendente ancora dal peso e dal sostegno di Berlusconi. Il futuro è inevitabilmente un partito aperto e plurale, anche con svariate correnti di pensiero al suo interno che si sfidino in Congressi di Partito aperti. Un partito quindi che sa rigenerarsi e portare avanti la propria linea con coraggio, a prescindere dalle difficoltà e in grado di affrontare se stesso quando il momento lo richiede.
Il futuro sarà di Mara Carfagna?
Se la Carfagna spingerà forte su questi 2 punti, tenendo sempre fede all’alleanza con le parole e con i fatti, nessuno le si opporrà, anzi. Liberismo e Rinnovamento saranno i temi chiave dei prossimi mesi.
Un primo passo è stato fatto oggi, almeno in Toscana, altri saranno necessari. Ci sarà tempo e modo ed è importante convincere tutti dell’inevitabilità di questo cambiamento. Un cambiamento che è l’unica opportunità per il partito per rinascere davvero e per la quale mi sono iscritto. Ci vuole la disponibilità e consapevolezza di tutti, a tutti i livelli. Compresa la Carfagna, che deve imparare ad aggiustare tiro e visione e deve capire che tutti quei distinguo verso gli alleati non vanno bene. La differenza tra Forza Italia e i nostri alleati deve vedersi sulla filosofia di fondo, sui programmi economici e sui riferimenti internazionali. Non su come si vota in parlamento sulla Commissione Segre o sulle subdole lusinghe che le rivolge Renzi.
Non abbiamo bisogno di farci accettare dalla Sinistra, non lo faranno mai davvero. Per 25 anni abbiamo assistito alla guerra contro Berlusconi, dentro e fuori dai palazzi. Oggi è il turno di Salvini, domani chissà. Non imparano mai, questa è la verità. Dunque inutile inseguirli e cercare riconoscimenti che non servono. Lo farebbero anche un domani proprio con la Carfagna. Se si vuol stabilire un dialogo sincero ben venga, ma senza chinare il capo o darne anche solo l’impressione. Siamo Liberali, Conservatori, Federalisti e quindi di Centrodestra e sempre alternativi a loro. Dovranno farsene una ragione, anche perché siamo la maggioranza del paese.