Processare Salvini: la storia si ripete

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Sembra di rivivere, in questi giorni, gli anni del Berlusconi continuamente sotto attacco da parte dei giudici, a torto o a ragione. E’ spesso vero che la storia si ripete e sembra che purtroppo stia succedendo anche stavolta, in negativo.

Il Precedente

La speranza, per chi vive una vita comune e vede il mondo scorrere in TV o sul web, è che dagli errori si riesca sempre ad imparare, così da comportarsi diversamente la prossima volta. Ma c’è chi volutamente non impara, si incaponisce e persevera nello stesso identico sbaglio.

In questo caso, parliamo di quella parte della magistratura che purtroppo non ha imparato la lezione dagli anni di “guerra” fatta a torto o a ragione nei confronti di Berlusconi. Nonostante la pressione messa sul cavaliere infatti, nessun assalto è mai riuscito davvero. Alla fine è stato estromesso dal parlamento non da un giudice, bensì da una legge approvata durante la reggenza di un cosiddetto governo “tecnico”. Legge che per altro ha presentato anche diversi problemi di costituzionalità.

La sostanza è che Silvio, in 25 anni di attività politica, ha governato per quasi 10 anni, così come gli avversari, mentre 5 anni sono il totale dei governi tecnici avuti fino ad oggi. Si tratta di uno score importante, ottenuto avendo praticamente da lottare ogni anno contro i PM di turno. Dunque, di fatto, l’offensiva dei giudici è risultata assai inefficace. Il paese non ne è uscito migliorato, Berlusconi è sempre in pista e in compenso adesso la sfiducia degli Italiani nei confronti di uno dei poteri fondamentali dello stato è sempre più bassa.

Tocca al leghista?

Sembrerebbe dunque che ci risiamo. Certo, la vita di Salvini non è stata fino ad ora così costellata di eventi potenzialmente carichi di ombre da poter determinare lo stesso accanimento visto con Berlusconi. E’ del tutto evidente però che se si salta alla giugulare del ministro dell’interno con così tanta facilità, significa che quella parte di magistratura che fa giustizia e al tempo stesso politica, si sta di nuovo mobilitando. C’è da vedere ovviamente come evolverà la situazione e se questo episodio rimarrà isolato. Oppure se sarà il primo di una lunga serie. Molto dipenderà anche dall’atteggiamento e dal voto dei 5 stelle.

E’ comunque inaccettabile, al di là delle idee di ciascuno, che un potere dello stato entri sistematicamente in gioco ogni qual volta i governi sono della parte avversa alla sensibilità politica di questa corrente della magistratura. Lo stesso fatto che esista un associazione come “Magistratura Democratica” rende palese questa parzialità. Ma ciò è gravissimo perché un giudice e un magistrato dovrebbero, anzi devono, sempre avere, almeno in partenza, un atteggiamento neutro nei confronti di ciascuno. Ed è del tutto evidente che in questo caso non può essere così.

Il caso

Sul caso di Nave Diciotti ho espresso più volte su Facebook in passato il mio pensiero. Un ministro deve poter esercitare prima di tutto la propria autorità, secondo la sovranità del paese che rappresenta. Di conseguenza è assolutamente nelle sue prerogative, a mio avviso, permettere o no, lo sbarco di tot persone a bordo di una nave della nostra Guardia Costiera. Tutto questo, a maggior ragione se il paese deve affrontare una ondata migratoria alimentata e organizzata dalla criminalità africana. Criminalità che non si fa scrupoli di nessun genere e che offre un “passaggio” anche a gente malintenzionata.

Dunque la mia speranza è che il Senato neghi con convinzione l’autorizzazione a procedere. Questo paese non si può permettere altri 25 anni di guerra tra un potere dello stato e gli altri e le forze politiche che li dentengono. E più ancora non può permettersi una legittimità e un operatività delle istituzioni costantemente sub-iudice da parte di una sola parte, neanche la totalità, della magistratura. Sarebbe ora, tanto per dirla tutta, di stabilire dei meccanismi per validare l’effettiva efficacia di molte azioni penali da parte dei PM. Non si deve negare l’autonomia della magistratura, ma come tutti i settori della Pubblica Amministrazione è giusto che sia anch’essa sottoposta a verifiche di merito.

Il dopo Europee

Mentre i partiti iniziano pian piano a scaldare i motori in vista delle elezioni dell’anno prossimo, il sottoscritto si chiede: davvero chi tiene molto al concetto di libertà economica e alle libertà personali, all’interno del contesto di uno stato sovrano come il nostro, non avrà rappresentanza?

Nuovi slogan ma vecchi schemi

Il quadro della situazione è chiaro e lo conoscete tutti. Si potrebbe riassumere in Sovranisti ed Eurolirici, con i 5 stelle che, al governo con la Lega, tendono di più verso posizioni Euro-critiche. Ma nonostante il Contratto di Governo non sono ascrivibili all’albo dei sovranisti veri e propri. Basta vedere le posizioni di Fico e Di Battista sull’argomento immigrazione ad esempio, dunque fanno categoria a se. In tutto questo manca qualcosa e sapete bene tutti cos’è visto che ve lo ripeto ad ogni occasione utile: un vero partito liberale di massa, come in Italia non si è mai visto. Si potrebbe forse considerare la prima Forza Italia, quella del ’94, ma personalmente non posso ricordare quei tempi. Ero troppo piccolo e non ricordo molto di quell’epoca.

Rimane quindi l’esigenza di costruire un soggetto di quel genere, fermo restando che per fare qualcosa di solido e duraturo ci vuole tempo e pazienza. Ma oggi non si può più solo parlare di liberismo, liberalismo, libertarismo contrapponendolo semplicemente a tutto il resto. Personalmente credo che le differenze tra Sovranisti ed Eurolirici siano profonde e segneranno la politica per molto tempo a venire. Ma sono anche convinto che non siano che un uno “strato” che si sovrappone al vecchio ma consolidato schema Destra-Sinistra, in cui le collocazioni hanno parzialmente reinventato e rinfrescato linguaggio e idee, adeguandole ai tempi che corrono. Esistono ancora quindi le differenze di base che esistevano una volta, sono soltanto cambiati i protagonisti e alcune parole chiave. Continua a leggere

Cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano: pessima iniziativa

Il Sindaco di Riace, Domenico Lucano.

Si sa, gli argomenti di un comune di 17 mila abitanti circa non sono sempre di primo piano e raramente la polemica divampa. Da quando però il PD si è molto schiacciato su posizioni globaliste e mondialiste a tutti i livelli, capita anche che gli esponenti locali si gettino in iniziative e dichiarazioni su temi nazionali, tentando forse di agganciare la visibilità di certi eventi e iniziare a scaldare i motori per la campagna elettorale che inizierà a breve. A Collesalvetti infatti, come in molti altri comuni della Provincia Livornese, si vota nel 2019, a Maggio, il 26, come le Europee.

Il Caso

Cosa accade dunque? Che come molti altri comuni Toscani e d’Italia a guida PD, anche qui, il Sindaco Lorenzo Bacci, annunci in pompa magna su Facebook che nel prossimo Consiglio Comunale il Partito Democratico voterà un Ordine del Giorno (Link aggiunto in seguito all’approvazione ndr) per l’inizio delle procedure di assegnazione della Cittadinanza Onoraria del nostro comune a Domenico Lucano, Sindaco Di Riace, arrestato alcuni giorni fa per gravi irregolarità nella gestione dell’accoglienza ai migranti nel proprio comune.

Già qui capite tranquillamente, senza altre informazioni, che qualcosa non va. Un Sindaco, rappresentante dunque dei cittadini di un Comune Italiano, viene arrestato (non semplicemente indagato) per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il fatto suscita ovviamente una reazione di sdegno e inquietudine in chiunque e salgono ovviamente le perplessità. Si rimane poi di stucco quando arriva, come dicevo poche righe fa, la proposta del Sindaco di conferire a questa persona addirittura la Cittadinanza Onoraria, un onorificenza che dovrebbe essere data solo nel caso di particolari meriti civili, culturali o sportivi e che in linea di massima, spetterebbe a qualcuno che ha un legame abbastanza solido e importante con il nostro territorio. Continua a leggere