Essere Europeisti. O no?

Essere Europeisti, di questi tempi, è una gran bella sfida, specie per i liberali che non si adattano ne al pensiero unico mainstream ne alle sirene del mondo Sovranista. La crisi legata al Corona Virus ha imposto ai vari capi di stato e di governo la necessità di spremere dalle istituzioni comunitarie il massimo. Questo per affrontare la più grande emergenza che l’Europa e il mondo abbiano mai visto dalla fine della seconda guerra mondiale. In confronto, l’11 settembre e la crisi dei mutui sub-prime impallidiscono, specie di fronte alle proiezioni sull’economia che stanno circolando in questi giorni. Dunque come giudicare l’Unione alla luce delle azioni compiute e più in generale delle decisioni prese fino ad ora? E di conseguenza, ha senso essere Europeisti oggi? E in che modo?

La bandiera dell'Unione e in teoria degli Europeisti. Ad oggi rischia di apparire sempre più priva di significato. Ahimé.
La bandiera dell’Unione e in teoria degli Europeisti. Ad oggi rischia di apparire sempre più priva di significato. Ahimé.

Questo, ovviamente, tenendo ben sullo sfondo il pensiero sia dei Sovranisti sia degli Europeisti di professione. Ma mentre i Sovranisti sono molto in minoranza nel mondo dell’informazione e della cultura, gli Eurofanatici dal 1992 in poi, hanno cominciato ad insediarsi nelle redazione dei giornali, dei TG, delle radio e dai primi anni 2000 anche in quelle dei siti di punta e delle testate online. Sono diventati una casta, una élite che pretende di essere considerata dotta e illuminata e che giudica guardando dall’alto verso il basso tutti gli altri. In preda a volte a deliri psichedelici da fare invidia anche al più fatto tra i fatti, sparano previsioni, sentenze, analisi. Ma la realtà si giudica in base ai fatti, fatti che puntualmente gli danno torto.

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