Figuracce e somiglianze sinistre

Ricapitolando.

Maurizio Martina, attuale segretario del PD.

Siamo partiti col PD e le esternazioni esileranti dei suoi leader, da Daisy Osakue ai fondi per i disabili, passando attraverso le sparate di Renzi e i moralismi della Boschi. Nel frattempo Boldrini e compagnia cantante, con il femminismo imbecille in scia del movimento #MeToo, hanno cercato di rimanere attaccati al treno con la figuraccia mondiale di AsiaArgento.
Ma niente, perché ti arrestano il Sindaco di Riace e giustamente non può non partire all’attacco un Saviano qualunque, un soggetto che un mese fa idolatrava il procuratore di Palermo per l’indagine su Salvini e adesso grida al regime e alle leggi “Infami” perché improvvisamente quella stessa legalità di cui lui voleva essere bandiera si è rivelata incompatibile con le sue convinzioni politiche. Fa già ridere così ma se penso che questo ha costruito un intera carriera sulla lotta alla Mafia…

Roberto Saviano.

Che pena. E lo dico seriamente perché queste vicende testimoniano una mediocrità imbarazzante da parte di chi, per anni, si è proclamato difensore dei diritti, esperti, competenti, contrari al populismo. Non hanno ancora capito (e chissà se ci riusciranno mai) che sono proprio loro, con questi atteggiamenti, ad essere la miglior garanzia di successo elettorale per M5S Lega, i cui leader stappano vino e spumante ogni volta che uno di questi fenomeni apre bocca e gli da fiato. E questo ragionamento si può tranquillamente estendere all’intero pianeta perché alla base la situazione è la stessa. AfD in GermaniaOrban in Ungheria, la situazione in Polonia e Repubblica Ceca, Trump negli Stati Uniti, Brexit! Continua a leggere

Ambiente, libertà e Centrodestra

Nei giorni scorsi ho scritto un articolo destinato al concorso indetto dal Think Tank “Nazione Futura” denominato “Pensiamo l’Italia del futuro“, in cui si chiedeva di scrivere un testo in risposta a delle domande tra cui scegliere.
Visto cos’è successo il 4 Marzo e visto che il Centrodestra italiano vive uno dei suoi momenti più difficili, a metà tra una vittoria incompleta e la necessità di rifondarsi, ho pensato che la domanda più adatta cui rispondere fosse una di quelle che la coalizione nel suo complesso non si è mai davvero posta, ovvero la seguente.

Perché è importante la tutela dell’ambiente che ci circonda?

Il Centrodestra ha perso di vista la discussione di fondo e il relativo passo successivo, ovvero la costruzione di un progetto di governo unitario, realistico e futuribile. E in tutto questo il tema ambientale è mancato quasi del tutto. Dunque ecco quella che non è la mia risposta definitiva ma spero almeno uno stimolo per iniziare una discussione seria.

Tema trascurato

Un esempio di casa interamente ecosostenibile

Il tema dell’Ambiente è stato fino ad oggi trascurato e bistrattato, quasi fosse marginale o d’impaccio. Cercare più mercato, più libertà, a mio modesto parere, non solo non cozza, ma anzi si incrocia con un tema inequivocabilmente ineludibile. I cambiamenti climatici sono evidenti e la scienza ci dice che sono sicuramente e pesantemente influenzati dall’azione dell’uomo, inutile girarci tanto intorno.

Un nuovo approccio

Ma questo non significa sposare l’approccio pauperista e catastrofista tipico di altre forze politiche, le quali hanno sfruttato e piegato il tema per lottare ancora una volta contro il capitalismo. Significa invece cogliere l’opportunità di una trasformazione più che positiva per la nostra economia e puntare a quello che con i combustibili fossili, per l’Italia, non sarebbe mai stato possibile, ovvero l’indipendenza energetica. Tutto questo tramite le tecnologie green e naturalmente il libero mercato.

Oggi pomeriggio ho saputo che il testo è stato selezionato per essere parte del volume monografico dedicato al concorso della rivista, notizia che mi fa molto piacere. Il prossimo 17 aprile, salvo quindi imprevisti, sarò a Roma a partecipare all’evento di presentazione del volume.

L’evento si terrà Martedì 17 aprile alle ore 18:30 nella suggestiva Terrazza Civita in Piazza Venezia 11 a Roma

Ed ecco di seguito il testo da me proposto.

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6 mesi di Trump

A 6 mesi dall’insediamento, Trump ha già fatto parlare parecchio di se sulla scena mondiale e ancor di più in patria. Altri nel mondo gli contendono lo scettro dall’audience globale, Nord Coreani in testa ma il Tychoon da bravo showman tiene botta e il bilancio parziale permette di provare a farsi un idea di come andranno le cose in futuro. Un bilancio in chiaro/scuro che però fa sperare per il prosieguo di questa Presidenza. Facciamo un riepilogo dei capitoli principali:

Economia

Donald Trump

Il 45° Presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump.

I posti di lavoro sono aumentati e la disoccupazione è ai minimi dal 2008. In 6 mesi non si può aver agito così a fondo da raggiungere questo risultato. Dunque è in larga parte da attribuirsi alla vibrante e poderosa capacità dell’economia Americana di riprendersi, col tempo anche dai disastri peggiori. Discorso diverso per quanto riguarda il potere d’acquisto degli Americani. Negli ultimi 10 anni è andato calando costantemente e questo trend non può sicuramente essere invertito in così breve tempo.

Per farlo serve un aumento generale delle retribuzioni, che a sua volta può essere ottenuto con un aumento della domanda di lavoro. Al tempo stesso occorre che nei settori dove la competitività è diminuita di più si inverta la tendenza attraverso semplificazioni e razionalizzazioni delle leggi e dei regolamenti. La burocrazia non è un problema solo in Italia, ma dovunque sia troppo asfissiante. Naturalmente gli USA non sono l’Italia e da questo punto di vista stanno molto meglio ma l’allarme è bene che scatti adesso, prima di continuare su una deriva assai pericolosa. E’ sufficiente vedere l’esodo dalla California di numerose imprese per farsi un idea di ciò che vuol dire.

Tax Cuts

Il maxi taglio fiscale annunciato qualche mese fa, va nella giusta direzione. Tuttavia, per avere l’efficacia necessaria, deve essere accompagnata dalle riforme indicate qualche riga fa e soprattutto da altrettanti tagli e risparmi sul bilancio federale. Gli USA soffrono di un deficit pesante e un debito pubblico enorme, eredità degli ultimi 8 anni ma anche di quelli precedenti. Dai tempi di Reagan in poi il Congresso, che decide il budget, ha sempre optato per aumenti di spesa, spesso grazie ai Dem, o non è mai riuscito a fare tagli significativi, con i Repubblicani. E’ un dato che non si può ignorare e un problema che nei prossimi 3 anni dovrà assolutamente essere messo sotto controllo e disinnescato.

Siamo alle buone intenzioni e qualche segnale positivo. 6 politico con un + di incoraggiamento.

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