Iran: la politica del compromesso al ribasso

Non è passata inosservata la visita del Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Hassan Rouhani. Del resto, i nostri politici al governo ci hanno messo del loro affinché questo avvenisse e per condire per bene l’evento e far sentire “l’ospite a casa sua”. Hanno pensato bene di coprire delle statue, opere d’arte che raffiguravano in questo caso dei nudi, per evitare di “offendere” un credente islamico. La sotto cultura che ha portato a questo ha origini lontane. Arriva dai decenni passati e si radica oggi nel comune denominatore che ha sempre raggruppato tutti quelli che sono contro i fondamenti della società Europea e Americana in generale. Essere Anti-Occidentali è il mantra odierno della sinistra di tutti i tipi, progressista, regressista, comunista o similari.

L'attuale presidente Iraniano

Hassan Rouhan

Soldi e regime

Per affari complessivi che ammontano a poco più di 1 punto di PIL (la cifra sbandierata è di 17 miliardi di Euro) si decide quindi nelle segrete stanze di passare in cavalleria tutte le nefandezze fatte dal regime Iraniano dal ’79 ad oggi. Si dimenticano completamente tutte le persone che hanno subito e subiscono ogni giorno violenza, soprusi e la cattiveria di quello che è, per sua stessa definizione uno stato Islamico. E si sorvola ovviamente sull’appoggio ad Assad, a Hezbollah e ad altri gruppi terroristici riconducibili a Teheran.

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Cosa ti aspettavi da Barack Obama?

Cosa ci si aspetta da un Presidente Americano e in questo caso da Barack Obama? La domanda ovviamente è molto generica e la risposta può essere in parte soggettiva.

Ragioniamoci

Sicuramente ci si aspetta che:

  1. Difenda gli interessi degli Stati Uniti nel mondo.
  2. Di riflesso difenda gli interessi (o almeno una parte significativa) dei suoi alleati, specie quelli più stretti.
  3. Supporti in un modo o in un altro l’avanzata dei diritti civili e delle libertà fondamentali, in accordo con la propria costituzione e identità.
  4. Supporti e/o favorisca la crescita economica generale del pianeta e la diffusione del benessere.
  5. Si schieri contro coloro che si oppongono a tutto questo, in un modo o in un altro.

Come dicevo, su questi punti si potrebbe discutere parecchio, visto che gli USA sono sempre un tema di discussione molto caldo quando si parla di politica.
Penso però che sicuramente, da un Presidente USA, non ci si aspetta che NON ostacoli o NON combatta il terrorismo e l’estremismo. Purtroppo, stando a quanto dice questa fonte, non sembrerebbe essere cosi. La fonte è nientemeno che l’ex direttore della Defence Intelligence Agency, Michael Flynn, ovvero i servizi segreti dello US Army. Nell’articolo viene linkato un documento che riguarda un analisi sulla Siria del 2012, nel quale si prefigura la possibilità che i rivoltosi possano istituire un governo “anti-Assad”.
Il Generale Americano, certamente esperto della materia, asserisce che stando al rapporto, il rischio di un eventuale nuovo stato guidato da elementi di Al Qaeda, Fratelli Musulmani o altri gruppi estremistici era alto ma che nonostante questo il fatto è stato volutamente ignorato dall’amministrazione in carica.

Un superficialità di giudizio evidente

E’ del tutto evidente che a distanza di 3 anni suona quanto mai grave un errore di valutazione di questo tipo. Non ho avuto tempo di approfondire ma è probabile che altri documenti di altre agenzie confermassero in qualche modo questa previsione, a maggior ragione del fatto che la guerra civile in Siria, all’epoca, era in corso già da un anno.

Purtroppo quindi raccogliamo i frutti di questa politica, una politica pessima, frutto di un disimpegno dal mondo che si basa sulla folle e sciagurata idea che se nel mondo le cose vanno bene sia sempre e comunque in qualche modo colpa dell’America. Per commentare la politica di Obama scriverò in seguito un post a parte. Per ora mi accontento di dire che questa politica è del tutto sciagurata e figlia di un idea che non posso non definire allucinata, folle, anti-storica e bugiarda.

Parigi

E’ passata poco più di una settimana e l’effetto di quello che è successo è ancora fortissimo. Personalmente l’ho vissuta come ogni altra volta che notizie del genere sono entrate nelle vite di tutti: con rabbia e orgoglio. Le prime reazioni che ho avuto sono state queste, ogni volta.

Rabbia, verso coloro che uccidono gli innocenti, solo in nome di una religione, di un Dio, di una morale superiore e inalterabile, assoluta, cui tutti, secondo questa follia, dovrebbero sottomettersi.
Orgoglio, per quello che è il mondo libero oggi, con gli Stati Uniti a farne da guida, per quello che rappresenta e per cui viene quindi combattuto da quegli assassini.
E mi è tornato in mente il titolo di un libro di una grande giornalista italiana, una delle migliori: Oriana Fallaci.

Oriana aveva capito

Vorrei che chi, negli anni scorsi, l’ha insultata avesse la decenza di chiederle scusa, almeno nella privacy della propria mente. Oriana era molto dura, intransigente, caparbia e cosa più importante di tutte, sapeva il fatto suo. In carriera non si è mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, ha perseguito i suoi obbiettivi con un coraggio incredibile e non è mai scesa a compromessi. E grazie a queste qualità ha saputo descrivere gli eventi storici del suo tempo e addirittura fare previsioni per il futuro che oggi, è il caso di dirlo, si sono rivelate piuttosto azzeccate.

“La Rabbia e L’Orgoglio” è il titolo del libro che ha scritto all’indomani dell’11 settembre 2001. Prima o poi spero di trovare il tempo per leggerlo. Continua a leggere