ISIS a Manchester

Fiori per le vittime a Manchester.

Fiori per le vittime a Manchester.

Il terrorismo islamico continua ad uccidere. Difficile trovare altre parole per quello che è successo a Manchester. Il fatto stesso che siano stati volontariamente colpiti dei bambini, dei teenagers, è aberrante. Quello che mi sento di dire è che abbiamo difronte qualcosa che si può riassumere semplicemente così: il male assoluto. Non so davvero più come descrivere il fenomeno integralista islamico. L’ISIS è solo una delle facce, non ci dimentichiamo di Al Qaeda, Boko Haram, Al Shabab, Al Nusra e altre sigle minori che dimentico. 

E il male deve essere sconfitto, completamente, sotto tutti i punti di vista: politico, economico e militare. Fiori, fiaccole, gessetti, sono gesti che contribuiscono ad alleviare il dolore, a sentirci più vicini, a sopportare meglio la perdita di tanti di noi, ma subito dopo dobbiamo essere coscienti che purtroppo siamo in una fase della storia dove è di nuovo necessario avere la mano ferma e non farci fregare da chi sta usando le nostre stesse libertà contro di noi.

Questi eventi ci ricordano una verità che spesso dimentichiamo. Ci sono paesi nel mondo che ormai da decenni, o anche dalla propria nascita come Israele, convivono col terrorismo. Ma a differenza nostra lo combattono, lo affrontano, lo sfidano. E non hanno paura del giudizio falso e moralista di critici ideologizzati di Sinistra e Antisemiti.

Riflettano bene, coloro che parlano di immigrazione da accettare sempre, coloro che osannano le ONG che vanno a prendere degli sconosciuti quasi sulle spiagge libiche, coloro che ritengono i paesi occidentali colpevoli di tutti i mali del mondo.
Perché questo atteggiamento non fa altro che favorirli, incoraggiarli, esaltarli. Riflettano bene. Davvero.

Tomahawk sulla Siria

Questa notte, alle 2:30 ora Italiana, il Presidente Trump ha ordinato ad alcune navi nel mediterraneo di sparare quasi 50 missili Tomahawk contro la base area di Al Shayrat in Siria. Ufficialmente l’attacco è la risposta all’attacco chimico di 2 giorni fa a Idlib ma in realtà non è solo questo. Il segnale inviato agli altri attori della regione è molto chiaro e ben più importante degli obbiettivi colpiti dai missili.

Tomahawk!

Un missile Tomahawk parte da uno dei 2 caccia-torpedinieri che hanno partecipato all’attacco di stanotte.

L’effetto sul campo

L’azione di Trump rimette, in un sol colpo, gli Stati Uniti al centro della scena medio-orientale, questo perché le possibilità di intervento USA sono molto superiori a quelle degli paesi confinanti con la Siria o vicini ad essa. L’America sfodera di nuovo tutto il suo peso politico, economico e militare, cosa che aveva rinunciato a fare per tutta l’era Obama. Ora per Russi e Iraniani sarà ben più difficile attuare il disegno di dominio sulla regione cui entrambi aspiravano. Si mette male anche per Hezbollah, che proprio dall’Iran riceve appoggio. Plaude invece Israele all’azione di Stanotte. Soddisfatti anche molti degli altri leader occidentali.

Previsioni difficili da fare

Rimane incerto a questo punto il futuro di Assad. Trump giocherà la partita per poter sfilare ai Russi e agli Iraniani il controllo del paese o almeno cercherà di dividere la torta in modo più favorevole. Non dimentichiamoci anche che nelle ultime settimane alcune migliaia di soldati Americani sono arrivati in Siria per combattere l’ISIS. Ovviamente queste truppe avranno un peso non da poco, quando sarà il momento di decidere il futuro della regione.

In conclusione, si tratta di un primo passo, finalmente positivo, verso la risoluzione del disastro Siriano, disastro che, non dimentichiamocelo mai, è stato creato in primis da Barack Obama.

Espandere la Democrazia

Un’altro attentato, proprio il giorno del mio compleanno. Ancora rabbia ma come al solito voglio essere costruttivo e non disfattista. Voglio dunque condividere con voi una riflessione, proprio riguardo a questa situazione e al bisogno di libertà e democrazia nel mondo.

Una bambina posa dei fiori dove ieri sera ha avuto luogo la mattanza.

Una bambina posa dei fiori dove ieri sera ha avuto luogo la mattanza.

E’ il terzo attentato in 18 mesi per la Francia, il sesto per l’Europa dall’11 settembre ad oggi, data spartiacque. All’epoca la risposta dell’America di Bush fu di contrattaccare e spostare lo scontro altrove dagli Stati Uniti. Prima l’Afghanistan, poi a torto o ragione l’Iraq. E soprattutto in quest’ultimo caso si scatenò la furia mediatica del politically correct. All’epoca era molto meno messo in discussione di adesso e riversò sull’America e su Bush stesso una quantità di critiche mai viste, alcune giuste, altre esagerate.

Nel bene e nel male quell’esperienza fu però utile e positiva perché alla fine del 2° mandato di Bush nel 2008 il terrorismo Islamico era ai minimi dal 2001 e in 7 anni non si erano mai verificati attentati su suolo Americano.

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