Idee in Pillole – volume 2

Nuovo mese, tante altre idee in pillole! E’ tempo di fare un riepilogo di quanto accaduto questo mese!

Molestie ad Hollywood e non solo

Avrete sicuramente notato che ultimamente c’è un esplosione micidiale di accuse di molestie sessuali. Prima Hollywood, ora l’Inghilterra, accuse su accuse, anche a decenni di distanza.

Kevin Spacey

Kevin Spacey

Trovo che ci sia qualcosa di perverso in tutto questo: gente come Kevin Spacey viene denigrata e scaricata dal mondo del cinema e dalla TV Americana a causa di un tweet di un attore di secondo piano che fino ad oggi non aveva mai detto nulla sull’argomento. Fermo restando poi che dal racconto dell’attore stesso sembrerebbe che queste “molestie” siano in realtà dei tentativi di approccio un po insistenti e nulla più…
Questo poi pone un altra domanda: quanto si è abbassato il limite delle molestie sessuali? Se provo a chiaccherare con una ragazza alla fermata dell’autobus o in stazione e magari insisto un po per farmi lasciare il suo numero, sto molestando??? Può sembrare una stupidaggine ma ormai siamo a questi livelli e potrebbe capitare a chiunque…

Avevo poi scritto sul caso Weinstein che prima di giudicare il soggetto occorre che la giustizia Americana (che per fortuna non è quella italiana!!!), faccia il suo corso e verifichi tutte le accuse. Ho motivo di credere che in molti casi si tratti di accuse false, infondate o anche esagerate, anche se vista la mole potrebbe anche esserci del vero. In ogni caso il condizionale è d’obbligo, l’individuo è colpevole solo alla fine dell’iter giudiziario e solo oltre ogni ragionevole dubbio.
Dovrebbero invece farsi un bell’esame di coscienza tutte le attrici che per decenni non hanno detto niente sull’argomento perché anche se c’è del vero, dovevano venire fuori prima tutti questi episodi. Troppo comodo farsi avanti adesso, quando ormai molti altri lo hanno fatto!
Continua a leggere

6 mesi di Trump

A 6 mesi dall’insediamento, Trump ha già fatto parlare parecchio di se sulla scena mondiale e ancor di più in patria. Altri nel mondo gli contendono lo scettro dall’audience globale, Nord Coreani in testa ma il Tychoon da bravo showman tiene botta e il bilancio parziale permette di provare a farsi un idea di come andranno le cose in futuro. Un bilancio in chiaro/scuro che però fa sperare per il prosieguo di questa Presidenza. Facciamo un riepilogo dei capitoli principali:

Economia

Donald Trump

Il 45° Presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump.

I posti di lavoro sono aumentati e la disoccupazione è ai minimi dal 2008. In 6 mesi non si può aver agito così a fondo da raggiungere questo risultato. Dunque è in larga parte da attribuirsi alla vibrante e poderosa capacità dell’economia Americana di riprendersi, col tempo anche dai disastri peggiori. Discorso diverso per quanto riguarda il potere d’acquisto degli Americani. Negli ultimi 10 anni è andato calando costantemente e questo trend non può sicuramente essere invertito in così breve tempo.

Per farlo serve un aumento generale delle retribuzioni, che a sua volta può essere ottenuto con un aumento della domanda di lavoro. Al tempo stesso occorre che nei settori dove la competitività è diminuita di più si inverta la tendenza attraverso semplificazioni e razionalizzazioni delle leggi e dei regolamenti. La burocrazia non è un problema solo in Italia, ma dovunque sia troppo asfissiante. Naturalmente gli USA non sono l’Italia e da questo punto di vista stanno molto meglio ma l’allarme è bene che scatti adesso, prima di continuare su una deriva assai pericolosa. E’ sufficiente vedere l’esodo dalla California di numerose imprese per farsi un idea di ciò che vuol dire.

Tax Cuts

Il maxi taglio fiscale annunciato qualche mese fa, va nella giusta direzione. Tuttavia, per avere l’efficacia necessaria, deve essere accompagnata dalle riforme indicate qualche riga fa e soprattutto da altrettanti tagli e risparmi sul bilancio federale. Gli USA soffrono di un deficit pesante e un debito pubblico enorme, eredità degli ultimi 8 anni ma anche di quelli precedenti. Dai tempi di Reagan in poi il Congresso, che decide il budget, ha sempre optato per aumenti di spesa, spesso grazie ai Dem, o non è mai riuscito a fare tagli significativi, con i Repubblicani. E’ un dato che non si può ignorare e un problema che nei prossimi 3 anni dovrà assolutamente essere messo sotto controllo e disinnescato.

Siamo alle buone intenzioni e qualche segnale positivo. 6 politico con un + di incoraggiamento.

Continua a leggere

Balle da Fatto Quotidiano

Il fatto quotidiano.Mi ero ripromesso di limitare i miei interventi su #Trump per concentrarmi anche su altre cose. La giornata è piena, fra lavoro, palestra, impegni vari, il tempo per scrivere due righe e condividerle con voi non è molto. Ma di fronte all’ennesima inutile polemica non posso trattenermi.

La cavolata del giorno

“C’è un bullo al vertice NATO”. Questo titola #IlFattoQuotidiano. Bene. Il bullo in questione sarebbe il presidente USA perché “ha spinto” il collega del Montenegro per fare la foto in prima fila. Dal video stesso del sito si vede chiaramente che la spinta non c’è e che al massimo si può dire che Trump si faccia spazio con decisione. Ma il punto non è ovviamente questo, semmai che per l’ennesima volta la diatriba è su delle stupidaggini clamorose. D’altra parte è noto fin dall’inizio delle primarie Repubblicane nel 2015 che si conosce il Trump politico, non dovrebbe neanche fare notizia una cosa del genere, a meno che non si voglia deliberatamente screditare ancora di più il Presidente, a prescindere che ci siano motivazioni valide o no.

Perdenti

E’ questo tipo di stampa che ha perso le elezioni USA l’anno scorso e che non ha saputo prevedere la #Brexit prima e capirla poi. Una testata giornalistica che si rispetti dovrebbe mettere in risalto i contenuti del vertice e raccontare i temi trattati e le decisioni prese. A maggior ragione del fatto che si tratta dell’esordio per il nuovo Presidente USA e a quanto dichiarato, di un nuovo approccio all’Alleanza. Invece ci troviamo sulle home page dei siti dei principali giornali questa cazzata da pagliacci, a dir poco esagerata e del tutto inutile. E si che gli argomenti per criticare in maniera seria il Tychoon non mancherebbero di certo, anzi.

Mi viene da concludere dandovi una previsione: a bocce ferme, se il livello della critica della Stampa e del Partito Democratico Americano rimane questo, si preparino per un altra cocente sconfitta tra 4 anni. La gente li ha mollati quando meno se l’aspettavano, figuriamoci se le cose continuassero così.