BioRaffineria o futuro davvero Green?

Ieri sera ho partecipato al dibattito organizzato dalle Magliette Bianche Italiane riguardo alla situazione di forte sofferenza ambientale dell’area Livornese e al fumoso progetto di ENI riguardo la “BioRaffineria”. Ho partecipato sia come cittadino, sia come Coordinatore Comunale di Forza Italia per Collesalvetti, incarico che ricopro da pochi giorni. Dato che il tema mi sta a cuore ho apprezzato molto l’iniziativa e avendo letto il libro di Rossano Ercolini ho avuto modo di apprezzare ancora di più il concetto di Economia Circolare.

La serata è stata a mio modo di vedere fondamentale, poiché si sono potuti mettere sul piatto tutti e 3 i nodi fondamentali della questione, Bonifiche, BioRaffineria e non solo. Erano presenti i sindaci di Livorno e Collesalvetti, i rappresentanti di tutte le forze politiche principali (tranne il PD che Sindaci a parte è scappato…) e soprattutto molti cittadini che chiedono risposte.

L'assemblea a Stagno per l'ambiente e la BioRaffineria.
L’Assemblea di Ieri sera. Un grazie alle Magliette Bianche per la foto. Al centro ci sono io, alla mia destra Chiara Tenerini, Coordinatore Provinciale di Livorno e accanto Elisa Amato, Coordinatore Comunale di Livorno.

Le bonifiche non più rimandabili

La prima questione da ribadire è quella relativa alle bonifiche che questa zona attende ormai da ben 22 anni. Come ha ricordato anche il professor Michele Bianchi, coautore dello studio SENTIERI, attualmente non si può stabilire una correlazione certa tra l’inquinamento prodotto dai vari stabilimenti con la situazione patologica quantomeno anomala segnalata dallo studio stesso. E’ però purtroppo verosimile che tale correlazione esista almeno in parte. E visto che quelle fonti inquinanti esistono da decenni, l’aria e soprattutto il suolo e l’acqua risentono di livelli di sostanze potenzialmente dannose più alti. Molti cittadini tra l’altro, hanno compiuto anche analisi private di acqua e terreni, trovando livelli molto superiori ai limiti di legge. E i limiti di legge non sono una scusante per dire che va tutto bene. Si tratta solo di una soglia limite fissata per evitare di arrivare a livelli altrimenti insostenibili nel breve e medio periodo.

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Iran: turning point di Trump

Come sapete il vostro caro scrivente è da anni convinto che le mosse dell’Iran in Medio Oriente siano un grosso, grossissimo problema. Ed è per questo che in questo primo mese del 2020 ho molto apprezzato la fermezza e l’efficacia dell’azione del Presidente Americano Trump su un argomento così scottante. Occorreva da molto tempo segnare il passo in direzione opposta a quanto stava accadendo. E fino alla fine del vecchio anno era sembrato che sarebbe stata necessaria la forza per cambiare verso alla situazione. Ma ciò che è successo dall’uccisione del generale Soleimani in poi ha rappresentato tutto questo e in un anno elettorale questo aspetto vale doppio.

Da destra Abu Mahdi al-Muhandes e Qasem Soleimani.

Perchè ci vuole fermezza con l’Iran

Il regime degli Ayatollah iraniani non gode ormai da anni di ottima salute. Le difficoltà economiche interne hanno progressivamente schiacciato la classe media del paese ed eroso in maniera assai tangibile il potere d’acquisto. Inoltre, a causa delle sanzioni, l’estrazione di petrolio è limitata dalla componentistica degli impianti ormai vecchia e dalla mancanza di parti di ricambio. Questo oltre agli stessi limiti sulla vendita che impediscono di introitare denaro ai Pasdaran, le guardie della rivoluzione fedeli all’autorità religiosa.

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Clima d’Odio

Finisce l’anno ed è tempo di bilanci. Finisce un 2019 che per chi è di Centrodestra come il sottoscritto può essere letto in chiaro-scuro. Da una parte, sicuramente, le vittorie nelle amministrative e nelle regioni che sono andate al voto, specie l’Umbria. Quest’ultima in particolare è la perla più bella, visto che si trattava di un fortino rosso e che la contesa è stata vinta con oltre 20 punti di distacco. Roba da fantascienza fino a qualche anno fa. Merito dell’unità della coalizione e in particolare del nuovo clima di unità che si è visto da Piazza San Giovanni in poi. Lo scuro continua ad essere la presenza di un governo di sfacciato opportunismo politico messo in piedi da PD e M5S al solo vero scopo di non andare a votare. E l’unico sostegno che ha davvero è l’odio sistematico per il nemico supremo, Salvini.

L’azione di governo è quella che è, ma quando metti in piedi una maggioranza come questa non puoi aspettarti di meglio. Intanto nel paese spunta un fenomeno nuovo che in realtà è vecchissimo. Lo abbiamo già visto in tante incarnazioni, dal movimento dei girotondi (il primo che ricordo a memoria data la mia età), passando per il popolo viola ed altri ancora: sto parlando delle famigerate Sardine. Dico famigerate perché come abbiamo già visto si tratta di un movimento, si, non violento e perfettamente legittimo, ma anche dichiaratamente “contro” e non “per” qualcosa. Il loro manifesto parla chiaro, si oppongono al “populismo” e quindi alla “Bestia Salvini” e per bestia non intendono il team social del leader leghista ma un aggettivo inscindibile dal soggetto in questione.

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